Quello dei finanziamenti alle scuole private rimane un tema di eterna attualità. E di discordia. Il 12 dicembre è toccato alla maggioranza del governo Letta toccare con mano la mancanza di coesione attorno a questo tema: diversi parlamentari si sono infatti “spaccati” su un emendamento alla legge di stabilità. E solo l’accantonamento della proposta ha evitato la spaccatura sul voto.
Il relatore Maino Marchi (Pd) e il viceministro Stefano Fassina hanno dato parere negativo a un emendamento di Rocco Palese (Fi) che stanzia 150 milioni per le scuole dell’infanzia paritarie. Ma a sostegno sono intervenuti Raffaele Vignali (Ncd) e Simonetta Rubinato (Pd) e DeMita (Udc). Su proposta di Rubinato il testo è stato accantonato e sarà votato assieme ad altri emendamenti che affrontano lo stesso tema.
Intanto, il Movimento 5 Stelle mette le mani avanti. Nel corso di una conferenza stampa alla Camera, alla quale hanno partecipato il capogruppo Alessio Villarosa, i deputati Laura Castelli, Emanuela Cozzolino, Mirella Liuzzi e Luigi Gallo si sono scagliati “contro la legge”. E anche a “favore delle lobby” nella ex Finanziaria all’esame del Parlamento. Tra le norme finite sotto accusa i fondi per Radio Radicale (“perchè non fare un bando trasparente”, si chiede Liuzzi) e i fondi alle scuole private: “Complessivamente il governo dà agli istituti paritari – ha detto Gallo – 500 milioni di euro” quando alla scuola pubblica con il dl Istruzione sono stati dati 450 milioni in due anni”. Ma l’elenco dei finanziamenti fuori luogo è lungo, conta 15 misure: si va dai 3 milioni per le associazioni combattentistiche ai 300 mila euro per i cani guida dei ciechi passando per le agevolazioni alla stampa periodica edita e diffusa all’estero. Insomma, le scuole paritarie sarebbero in allegra compagnia.