Qualcosa si sta finalmente muovendo sulla questione dei finanziamenti alle scuole: dopo le prese di posizione a titolo più o meno personale del senatore Andrea Ranieri (DS) e del vice-ministro Mariangela Bastico che nei giorni scorsi avevano preannunciato la necessità di un provvedimento di legge urgente per dare un po’ di ossigeno alle asfittiche casse scolastiche, adesso intervengono ufficialmente più di venti deputati di maggioranza delle Commissioni Bilancio e Istruzione il 28 marzo hanno presentato una “Risoluzione” che impegna il Parlamento ad assumere iniziative immediate. La Risoluzione riprende i dati già noti da tempo sulla diminuzione dei finanziamenti verificatasi tra il 2002 e il 2006: 46,6% in meno (corrispondenti a 494,4 milioni di euro) per supplenze brevi, 72,6% per cento (106,4 milioni) per esami di Stato, 53% (159,8 milioni) per funzionamento amministrativo e didattico. “Conseguentemente – affermano i deputati firmatari del documento – si sono accumulati sui bilanci delle scuole residui attivi relativi ad entrate non pervenute dal Ministero pubblica istruzione per far fronte a spese obbligatorie non comprimibili, in particolare supplenze, esami di Stato, pagamento TARSU, corsi surrogatori negli istituti professionali” Qualche giorno addietro il vice-ministro Bastico aveva affermato che con la prima assegnazione di fondi alle scuole, prevista già per la prima decade di aprile, la situazione sarebbe migliorata, ma la risoluzione mostra che il problema resterà pressochè intatto: “L’emanazione di primi mandati di pagamento alle scuole per l’erogazione di acconti delle spettanze previste dal decreto 21 del 1 marzo 2007, può dare un vantaggio a breve in termini di liquidità, ma mantiene inalterato il problema in termini di competenza, in quanto non consente l’accertamento dei maggior fabbisogno pregresso” E forse una soluzione potrebbe arrivare anche per il pagamento della Tarsu, dal momento che il documento riconosce l’esistenza di “situazioni debitorie delle scuole nei confronti dei Comuni per mancato pagamento Tarsu”. Quali soluzione propongono i deputati delle due Commissioni. Intanto si afferma che “è opportuno, con futuri provvedimenti normativi, rivedere le modalità di assegnazione alle scuole delle risorse destinate al pagamento delle supplenze, in particolare quelle relative a lunghi periodi”. Non solo, ma si segnala anche l’opportunità di “introdurre nel nuovo regolamento per il reclutamento del personale supplente modifiche rispetto alle norme vigenti”. Ma soprattutto, sottolineano i deputati, è indispensabile “definire un piano di erogazione programmata delle risorse necessarie relative agli esercizi precedenti”. Forse, questa volta, il problema potrebbe avviarsi a soluzione: a questo punto i Ministri Fioroni, che una decina di giorni fa a Milano aveva fatto intendere che il debito sulle supplenze è dovuto in larga misura alla “faciloneria” dei dirigenti scolastici, e Padoa Schioppa, che continua a pensare che le proteste delle scuole non sono del tutto giustificate, in un modo o nell’altro dovranno tenere in considerazione al volontà del Parlamento.