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Finanziamenti iniziative su diritto-dovere all’istruzione e alla formazione professionale

Con due distinti decreti il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, relativamente alle annualità 2007 (D.D. n. 149/2008) e 2008 (D.D. n. 150/2008), ha ripartito le risorse (i decreti contengono le tabelle con le somme destinate alle varie regioni e alle province autonome di Bolzano e Trento) finalizzate al finanziamento delle iniziative per l’esercizio del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione professionale.
I criteri adottati sono contenuti in un decreto interministeriale disposto in data 19 novembre 2008 dal Ministero del lavoro di concerto con quello dell’istruzione. Nel testo, adottato con la mancata intesa da parte della Conferenza unificata, si specifica che con riferimento all’anno scolastico-formativo 2007/2008, per il 2008 il contributo finalizzato alla prosecuzione dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui all’art. 28 del D.L.vo n. 226 del 17 ottobre 2005 è erogato con gli stessi criteri previsti all’art. 3, comma 2, del decreto 29 novembre 2007 del Ministero della pubblica istruzione concertato con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale.
Limitatamente all’anno 2007, con riferimento all’anno scolastico e formativo 2006/2007, il contributo del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, destinato al finanziamento delle iniziative per l’esercizio del diritto-dovere di istruzione e formazione, è ripartito in base ai dati relativi all’anno scolastico-formativo 2005/2006 e ai criteri concordati dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nella seduta del 25 gennaio 2007: una quota pari all’80% attribuita a ciascuna regione e provincia autonoma in rapporto al numero di iscritti presso i centri di formazione professionale; una quota pari al 20% da ripartirsi in base ai partecipanti ai percorsi integrati presso le scuole nell’ambito del diritto-dovere di cui alla legge n. 53/2003.
Da parte sindacale si registra la presa di posizione della Flc-Cgil che rileva come con il cambio dei criteri di assegnazione delle risorse determini “una distribuzione differente ai territori non vincolata al numero di allievi che frequentano i corsi ma alla tipologia del corso”. Tenuto conto della distribuzione non uniforme della formazione professionale sul territorio “attribuire risorse in relazione al numero degli iscritti presso i centri professionali vuol quindi dire penalizzare i ragazzi che su alcuni territori non possono usufruire di questi percorsi”.
FLc-Cgil sottolinea come “l’innalzamento dell’obbligo d’istruzione, che noi riteniamo debba essere assolto nella scuola, in tal modo diventa un diritto che su alcuni territori non potrà essere in alcun modo esercitato”.
Nel decreto n. 150 del direttore generale del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali è anche precisato che al fine di monitorare l’avanzamento dei percorsi regionali di istruzione e formazione professionale per l’esercizio dell’obbligo formativo, ciascuna regione e provincia autonoma predispone un rapporto annuale da inviare entro il 31 luglio 2009 al suddetto Ministero, che successivamente, in collaborazione con l’Isfol, presenterà un documento di monitoraggio nazionale.
Andrea Toscano

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