Fra poche ore sapremo con maggior precisione come sarà trattata la scuola nella legge finanziaria del 2002, ma qualche ragionevole anticipazione possiamo già farla.
Intanto è praticamente certo che le risorse per finanziare i contratti pubblici (e quelli della scuola in particolare) dovranno essere reperiti in larga misura mediante risparmi di sistema.
Per la scuola significa che bisognerà affidarsi soprattutto ad una diversa gestione degli organici: per esempio, per quanto riguarda le scuole elementari i quasi 12mila posti di lingua straniera potrebbero essere fatti rientrare nell’organico complessivo; nel caso in cui la scuola non riuscisse a soddisfare tutte le esigenze con il personale specializzato e formato, potrebbe fare ricorso a prestazioni d’opera con esperti esterni.
Nella scuola media inferiore e in quella superiore le cattedre non potranno in nessun modo prevedere meno di 18 ore di insegnamento effettivo; secondo alcune simulazioni una regola del genere consentirebbe una riduzione di almeno 20-25mila cattedre.
Ma in che modo ottenere questo risultato?
Per ora si possono fare solo delle ipotesi.
La più probabile appare quella di estendere a tutti gli ordini di scuola il meccanismo dell’organico funzionale (già ampiamente adottato sia nella scuola dell’infanzia sia alle elementari); l’organico potrebbe essere calcolato non tanto con riferimento alle classi, ma – come avviene già ora nelle elementari – utilizzando come parametri di riferimento il numero degli alunni e delle sedi scolastiche.
Qualche ulteriore (modesta) risorsa potrebbe derivare da una eventuale riforma degli esami di Stato che oggi costano qualcosa come 250-300miliardi all’anno, mentre non è da escludere che la legge finanziaria dica qualcosa anche sui 10mila dipendenti delle scuole che a vario titolo usufruiscono di un "comando" presso altri servizi (Irrsae, distretti scolastici e così via).
Poco dunque il "denaro fresco": si parla di qualche frazione di punto percentuale oltre l’inflazione programmata per garantire la stipula dei contratti del personale (appare per il momento accreditata l’ipotesi di 600miliardi o poco più per docenti e ATA), mentre l’adeguamento degli stipendi di presidi e direttori didattici a quello dei dirigenti della area I potrebbe essere un punto di arrivo per fine triennio e non il punto di partenza dell’anno 2002.
E’ probabile che il Governo chiederà alle parti sociali collaborazione e senso di responsabilità anche in relazione alla difficilissima situazione internazionale creatasi dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre.
Ma forse questo potrebbe non bastare. A partire dal 27 settembre la legge finanziaria verrà presentata ai sindacati e alle forze parlamentari; venerdì 28 il Consiglio dei Ministri la adotterà ufficialmente. La prossima settimana sarà dunque decisiva e servirà subito a capire se quello del 2001 dovrà essere ricordato come uno degli autunni più caldi degli ultimi anni.
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