Scoppia la bagarre sulla legge finanziaria, o meglio sulla versione che Cgil-Flc mette in circolazione subito dopo la conclusione dell’incontro con il Presidente Prodi e il ministro Fioroni.
Panini, segretario nazionale di Flc, parla di “macelleria sociale” e Andrea Ranieri (responsabile del Dipartimento scuola dei DS) definisce i tagli annunciati “rozzi e del tutto scollegati da ogni disegno riformatore”.
“La strategia del governo – aggiunge Ranieri – risulta paradossalmente asimettrica: le riforme con il cacciavite, i tagli con la sega elettrica.”
Anche la sinistra radicale insorge e Franco Giordano, segretario di Rifondazione Comunista dichiara: “Se rispondessero a verità le notizie sui tagli alla scuola diciamo che sarebbero francamente insostenibili”.
I sindacati di base, attraverso la CUB Scuola, fanno sapere che il 10 novembre tutte le categorie dei lavoratori saranno chiamate a scioperare contro la finanziaria.
La Gilda lancia l’allarme e parla di “finanziaria pesantissima” basata su “logica puramente ragionieristica”.
Il fuoco incrociato sull’esecutivo diventa talmente pesante da obbligare Prodi ad intervenire nei confronti del Ministero del Tesoro che nel tardo pomeriggio dirama un breve comunicato con cui si definisce “superata e inattendibile” la bozza che sta circolando.
Si corre immediatamente ai ripari e, siccome in qualche modo bisogna recuperare soldi, si prospetta un’altra soluzione: i tagli alla scuola potrebbero essere meno drastici, ma sarà necessario rivedere le aliquote fiscali.
La sinistra radicale propone di introdurre l’aliquota del 45% per tutti i redditi medio-alti (le ultime “voci” dicono che la misura potrebbe riguardare gli stipendi oltre i 70mila euro annui).
In serata la polemica si attenua, ma la vicenda non resterà senza conseguenze: quella del 26 settembre resta per il momento la giornata più difficile per il Governo Prodi.
Il ministro Fioroni, al contrario, ne esce senza troppi danni e, grazie ad una dichiarazione un po’ paradossale (“Una finanziaria del genere sarebbe indegna di un Governo di centro-sinistra”), riesce persino a guadagnarsi le simpatie dei sindacati.