La chiusura dell’anno scolastico si preannuncia, come peraltro è ormai tradizione, piuttosto turbolenta.
Ad accendere le polveri ci hanno già pensato i Cobas che dopo aver visto i dati ufficiali sugli organici 2010/2011 forniti nei giorni scorsi dal Ministero ai sindacati hanno ribadito la loro intenzione di proclamare lo sciopero degli scrutini di fine anno.
Al di là dell’annuncio (l’attuale codice di regolamentazione non consente questa forma di astensione dal lavoro) i Cobas evidenziano però un aspetto su cui è difficile non convenire: a partire da settembre, sostengono, spariranno 26mila cattedre e 15 posti Ata e sarebbe insomma “come se chiudessero tutti gli stabilimenti Fiat in Italia e i petrolchimici nello stesso tempo”.
“Ma mentre quest’ultima notizia – dichiara polemicamente Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas – costringerebbe anche i sindacati passivi e la sedicente opposizione partitica, PD in primis, a reagire in qualche modo, la sparizione di altri 41 mila posti di lavoro nella scuola lascia tutti costoro beatamente indifferenti”.
Intanto anche la Flc-Cgil minaccia azioni di protesta e pubblica nel proprio sito le tabelle che riportano le somme relative alla indennità di vacanza contrattuale che saranno accreditate sugli stipendi del personale della scuola con lo stipendio di aprile: si parte da 5,59 euro per i collaboratori scolastici per arrivare a ben 13,89 euro per i dirigenti (ovviamente si tratta di cifre lorde: il netto varierà da 3,50 a 7 euro); ma basterà aspettare fino a luglio per avere un raddoppio della somma.
Dall’altra parte, però, il ministro Renato Brunetta fa sapere che si tratta della consueta propaganda della sinistra: per il rinnovo dei contratti è tutto pronto, la direttiva che definisce i nuovi comparti è già stata firmata e l’Aran sta già convocando le parti.
Ma quali siano però le risorse finanziarie in campo il Ministro non lo precisa e c’è da credere che proprio questo sarà l’ostacolo maggiore per la firma del contratto.