In un istituto comprensivo statale di Pioltello, nel milanese, gli organi collegiali hanno deciso di sospendere le lezioni prossimo 10 aprile, giorno della festa di fine Ramadan: i 1.200 alunni iscritti alla scuola rimarranno a casa. L’iniziativa sembrerebbe motivata, perchè è stata presa in una scuola dove il 40% degli alunni sarebbe di origine musulmana. La decisione ha però prodotto diverse polemiche, soprattutto da parte della Lega.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si è rivolto agli uffici di competenza del suo dicastero perché verifichino “le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento”.
La procedura adottata, almeno per quello che sembra dall’esterno, appare comunque corretta. Perché l’idea di stoppare le lezioni per un giorno, nella ricorrenza di Eid al Fitr, è stata presa lo scorso maggio all’unanimità dal Consiglio di istituto, dove sono presenti anche alcuni studenti e genitori degli alunni, quando è stato approvato il calendario dell’anno scolastico. Come il “ponte” fra il 25 aprile e il primo maggio (venerdì 26 aprile, lunedì 29 e martedì 30). E rientra nella facoltà dell’organo collegiale di decidere in autonomia la chiusura in alcuni giorni, fatto salvo che ve ne siano almeno 200 di lezione per anno scolastico.
Quella di Pioltello è una presa di posizione “inaccettabile contro i valori, l’identità e le tradizioni del nostro Paese “, ha commentato il segretario leghista Matteo Salvini. Per poi aggiungere che “mentre qualcuno vuole rimuovere i simboli cattolici, come i crocifissi nelle aule, per paura di ‘offendere’, in provincia di Milano una preside decide di chiudere la scuola per la fine del ramadan”.
Critiche anche dal presidente dei senatori di Fi Maurizio Gasparri, che definisce “incredibile” la decisione: “rispetto per tutti, ma imposizioni per nessuno”.
È una “decisione preoccupante” secondo l’eurodeputata del Carroccio Silvia Sardone, che parla di un “processo di islamizzazione”.
Invece, secondo Ivonne Cosciotti, sindaca della cittadina lombarda si tratta solo di “un atto di civiltà
Secondo il primo cittadino, quella presa non una scelta politica, ma una modalità per continuare a coinvolgere e includere tutti gli alunni “secondo il principio guida di Don Milani ‘Non uno di meno!'”, come è spiegato sul sito, usando modelli inclusivi e flessibili a seconda delle esigenze.
“C’è chi ha da ridire ma io lo trovo un atto di civiltà”, ha continuato Cosciotti, perché “l’istituto comprensivo nell’autonomia scolastica” ha “fatto una scelta che ha senso e valore. Si cerca di tutto per creare dissapore, ma i bambini vanno a scuola insieme e sono più avanti dei genitori”.
“Ci sono bambini che in questo periodo chiedono di non mangiare certe cose perché i loro compagni devono digiunare”. Poi ricordo che “nella nostra scuola c’è anche il crocifisso. Le tradizioni sono rispettate”, ha concluso il sindaco.
Il dirigente scolastico, Alessandro Fanfoni, ha ammesso che la speranza che la decisione sulla fine del ramadan non venisse politicizzata è andata persa. E anche nei gruppi web degli abitanti di Pioltello le opinioni sono diverse fra favorevoli e contrari.
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