Si parla ancora di multiculturalismo dopo il caso Pioltello, la festa di fine Ramadan e le parole di Salvini e Valditara in merito al tetto di alunni stranieri in classe. A rispondere in modo provocatorio al Governo è stato un docente di Biella, come riporta Il Corriere della Sera.
Il docente ha fatto una foto della sua aula, semivuota. “È la festa di fine Ramadan e al netto di tutto questa è la fotografia di cosa succederebbe se le nostre scuole fossero ‘italianissime’ come vorrebbe questo governo. W la scuola multietnica! W le differenze che sono ricchezza, contaminazione, crescita!”, ha detto l’insegnante, che lavora in una scuola per la maggior parte frequentata da bimbi con famiglie di fede islamica. Il giorno della fine del Ramadan erano presenti in classe solo 6 bambini su 21.
“I momenti di confronto in classe sono molti, i bambini stranieri ci tengono a condividere le loro abitudini e in questo modo anche gli italiani capiscono il perché di certi usi – dice l’insegnante -. Trovo importante diffondere questi pensieri anche fuori dall’aula. Il giorno della festa di fine Ramadan ci sono stati solo sei alunni presenti su 21 totali e anche due bambini italiani hanno scelto di non venire a scuola perché non avremmo fatto molto. In classe non ci sono problemi di integrazione, tutti parlano italiano perché sono nati in Italia o perché l’hanno imparato rapidamente. Anche con i genitori c’è un buon rapporto, quelli dei bambini stranieri hanno più rispetto degli italiani verso gli insegnanti”.
Lo scorso 10 aprile, giorno della festa di fine Ramadan, davanti la scuola si è radunato un gruppetto di genitori in protesta. Il gruppetto era formato da non più di una decina di persone. “Io sono disoccupata in questo momento e quindi non ho dovuto organizzarmi per affidare mio figlio a qualcuno in questo giorno di chiusura infrasettimanale che non approvo assolutamente. E come me tanti altri genitori, ma abbiamo timore a esprimerci pubblicamente perché andremmo contro il collegio docenti che ha votato all’unanimità. E quindi temiamo ripercussioni in classe sui nostri figli”, ha detto la promotrice della protesta.
La scuola ha rinunciato ad altri giorni di chiusura decisi in base all’autonomia scolastica (il 29 e 30 aprile), per mantenere quello del 10 aprile. Questi genitori in disaccordo con la decisione hanno intenzione di non portare i loro figli a scuola in queste date in cui l’istituto sarà aperto.
Come abbiamo scritto, nel pomeriggio del 25 marzo il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto del comprensivo Iqbal Masih hanno confermato la decisione di sospendere le lezioni il 10 aprile.
“Non credo che in nessun Paese islamico chiudano per la Santa Pasqua o per il Santo Natale – ha detto Salvini qualche giorno fa – Finché l’Islam non si darà una struttura e non riconoscerà la parità tra uomo e donna chiudere la scuola mi sembra un pessimo segnale. È un segnale di cedimento e arretramento chiudere per il Ramadan”.
Quindi, il vicepremier è tornato a riproporre l’idea lanciata qualche anno quando scoppiò il caso di un istituto comprensivo capitolino, la Pisacane del quartiere Tor Pignattara, dove la maggior parte degli alunni iscritti erano stranieri o figli di stranieri.
Secondo Salvini, quando in una classe “hai tanti bambini che parlano lingue diverse e non parlano l’italiano è un caos. Bisogna controllare la presenza di bambini. Un 20% di bambini stranieri in una classe è anche stimolante ma quando gli italiani sono il 20% dei bambini in classe, come fa una maestra a spiegare?“.
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