In Italia, ha continuato, “una delle grandi intuizioni è stata quella di incentrare nella scuola pubblica uno dei capisaldi della difesa non solo della nostra democrazia, ma anche uno dei capisaldi della possibilità crescita della nostra società. Il che – ha aggiunto – non vuol dire che scuole di altra natura non debbano contribuire o che non siano essenziali, ma attenzione a non mettere in campo, magari in modo inconsapevole, un modello di istruzione sul modello degli Stati Uniti al posto di un modello europeo e della tradizione italiana“.
Secondo Fini “è indubbio che c’è un enorme differenza qualitativa all’interno degli istituti, delle Università, dei college, che non fa che aumentare le disuguaglianze e le divisioni. Il modello italiano deve essere opposto”. Altrimenti “in teoria garantiamo il diritto allo studio, ma in realtà lo neghiamo perché non mettiamo in campo una politica che rimuova le diseguaglianze“.
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