L’ex leader di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, intervistato da Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più” su Raitre è stato molto chiaro nel sostenere le sue posizioni sul fascismo: male assoluto, ma anche nell’invitare la destra italiana, e dunque la presidente del consiglio Giorgia Meloni, a dichiarare senza ambiguità che libertà e uguaglianza sono valori antifascisti: “La Destra dica che è antifascista”.
“Proprio perché conosco Ignazio La Russa da una vita e Giorgia anch’essa da tanto tempo, sono convinto che ne siano consapevoli, ergo, soprattutto la premier, abbiano la determinazione nel dire chiaramente quello che so che ritengono veritiero: libertà, giustizia, solidarietà sono valori antifascisti, perché i sono valori della Costituzione. Non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. O meglio, la capisco ma non la giustifico. Si dica chiaramente che FdI si riconosce nei valori antifascisti”.
Poi fa una precisazione: “Pacificazione non vuol dire parificazione, pacificare vuol dire avere una memoria condivisa di quello che è accaduto: tutti coloro che sono caduti per i valori in cui credevano vanno onorati, i criminali no, però occorre anche saper distinguere qual era la parte giusta e quale la parte sbagliata, questo è il punto ineludibile”.
“Io credo che tutti debbano fare quello che è in loro potere per evitare che anche l’anno venturo e gli anni successivi il 25 aprile sia ancora occasione di polemiche. E se lo deve chiedere soprattutto la destra, perché la destra oggi governa in prima persona, forte anche di un suffragio elettorale indiscutibile e soprattutto perché buona parte della polemica deriva dal fatto che, secondo molti, la destra attuale non avrebbe fatto i conti a sufficienza con il fascismo. Allora io spero che Giorgia Meloni voglia cogliere questa occasione del 25 aprile per dire senza ambiguità e senza reticenze che la destra i conti col fascismo li ha fatti fino in fondo, e senza infingimenti, quando è nata Alleanza nazionale, che condannò il fascismo”.
“Giorgia Meloni – ha sottolineato Fini – dica, perché so che ne è convinta, che libertà, giustizia sociale, uguaglianza sono valori democratici, sono i valori della Costituzione, sono valori antifascisti”.
Ma “bacchetta” anche la sinistra: “la smetta di avere la paternità esclusiva della Resistenza, nella Resistenza c’erano anche uomini di destra, Mattei era un partigiano”.
Diversa la posizione del presidente della Camera Lorenzo Fontana, intervistato dal Corriere della Sera, per il quale il 25 aprile è patrimonio nazionale e “L’antifascismo un valore nel quale riconoscersi”
“Il 25 aprile è patrimonio nazionale. Patrimonio di tutti. Io credo molto nel fatto che il 25 aprile debba essere la festa di tutti. E dunque, proprio per questo, ritengo che sia un errore non riconoscersi in questa ricorrenza: l’antifascismo è un valore. Allo stesso modo, tante volte mi è capitato di pensare che sia un errore festeggiare la Liberazione come se fosse la festa solo di una parte, perché il suo valore è proprio questo: alla Resistenza hanno partecipato non soltanto comunisti e socialisti, ma anche liberali, monarchici e da cattolico voglio ricordarlo tanti cattolici”.
“Io credo – ha detto ancora il presidente – sia un errore gravissimo il non sentirsi rappresentati da una battaglia di questo tipo. Perché fu la lotta di tutto un popolo e di tutte le sue rappresentazioni e ispirazioni politiche. Mi pare quasi banale dire che si può essere antifascisti senza essere comunisti o comunque di sinistra”.
Il 25 aprile “è il nostro patrimonio. La Liberazione è stata il fondamento di questo Paese come lo abbiamo oggi. E il fatto che ci siano queste divisioni indebolisce il Paese in sé. Nel suo complesso. Se una festa fondante come questa non riporta a una visione comune, ci rende più deboli all’estero e al nostro interno. Quando manca una memoria condivisa, è lo Stato ad essere più debole. Io spero che questo sia un fatto che finalmente possa essere superato”.