Lorenzo Fioramonti, viceministro all’Istruzione, ha aperto a Roma la seconda giornata degli Stati generali dell’Afam, affermando: “Questa due giorni è un’occasione per riportare la discussione sull’alta formazione artistica e musicale nel dibattito politico e sociale. L’italia è percepita come la culla dell’arte ma sono vent’anni che aspettiamo l’attuazione di una legge, questo da un lato mi sorprende ma dall’altro mi preoccupa. Il settore dell’Afam è un settore che impegna 15 mila insegnanti e 67 mila studenti, di cui circa il 17% sono stranieri, e non si può sottovalutare il progresso culturale e lo sviluppo economico che può contribuire a portare nel nostro Paese”.
Ha pure sottolineato, riporta l’agenzia Dire, la necessità di dare avvio ad un percorso che riporti l’agenda politica ad occuparsi della formazione artistica e musicale: “La cultura in Italia pesa per il 17% del nostro prodotto interno lordo, non è una cosa marginale ed è il cuore di quello che l’Italia può regalare al resto del mondo”.
“Abbiamo bisogno di recuperare una diversa narrazione del settorerecuperare un’immagine forte del settore”. Gli stati generali nascono proprio da questa necessità che parte dal recupero di “un’economia basata sulla qualità e non solo sulla quantità. La danza, la musica, l’arte in generale, ci fa pensare, ci fa soffermare ed io ho costruito la mia intera carriera accademica per dar vita ad una economia diversa, una economia dello star bene, del viver bene” senza valorizzare solo e sempre “la velocità e la massificazione”.
“La musica ad esempio può essere un grande elemento di coesione sociale, i governanti dovrebbero iniziare a capire che l’arte può aiutare a contrastare l’emarginazione”.
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