Dei problemi più urgenti di politica scolastica che il nuovo Governo deve affrontare già dalle prossime settimane parliamo con il prof. Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola Rua.
Prof. Turi, siamo lieti di incontrarla alla vigilia dell’incontro a Viale Trastevere con il nuovo Ministro Fioramonti, previsto per il 17 settembre. Quali saranno le richieste irrinunciabili che la Uil Scuola Rua porterà al tavolo?
Andremo al confronto con il neo ministro Fioramonti forti della nostra identità, quella di un sindacato che guarda ad un modello di scuola ben preciso, quello costituzionale, che è funzione dello Stato, alternativo alle suggestioni neo liberiste che lo vorrebbero derubricare a servizio da mettere sul mercato.
Detto questo, l’appuntamento di martedì rappresenterà un momento di incontro sia istituzionale, sia sostanziale.
Non c’è una lista della spesa, per noi. Non ci limitiamo a chiedere ma rivendichiamo politiche coerenti, di sviluppo, qualità e rispetto per il nostro
sistema scolastico.
Misure che devono preservare la funzione della scuola statale: una istituzione costituzionale su cui investire e non un bancomat dal quale prendere risorse.
Un nuovo anno scolastico inizia purtroppo all’insegna della “supplentite”, potremmo dire banchi pieni e cattedre ancora vuote perché non si fanno le necessarie assunzioni. Quali le soluzioni per sanare questa situazione di cronica emergenza?
Ogni anno ci troviamo di fronte agli stessi problemi che sono indotti proprio dalle politiche che vedono nella scuola un comparto da definanziare e indirizzare verso il privato, che chiede sempre più risorse pubbliche.
Il punto però è che non sono solo le cattedre ad essere vuote, lo sono anche le classi per effetto di una flessione della curva demografica, tanto che nel Documento di programmazione economica e finanziaria dello scorso anno sono state calcolate riduzioni di spesa per 4 miliardi.
In sede di manovra di Bilancio vedremo se questo Governo attuerà i tagli o approfitterà della congiuntura per un altro tipo di operazione: ridurre il numero di alunni per classe.
Va poi dato un assetto ed una valorizzazione degli uffici amministrativi, con personale stabile, funzionale ad una buona didattica
Una rivendicazione che faremo presente al ministro.
Il suo sindacato e Lei in particolare si è speso in prima persona per una soluzione nei confronti dei precari di terza fascia, il DL detto ” Salvaprecari”, frutto di una concertazione con il precedente Ministro Bussetti, crede che ora, alla luce del mutato quadro politico, potrebbe essere riproposto così com’è con i PAS e il Concorso speciale?
Quel decreto è frutto di un lungo lavoro di confronto sindacale, costruttivo, che bisogna riconoscere al governo uscente. E’ una buona mediazione e non è assolutamente una sanatoria, che pure in presenza di ferite infette, inflitte negli anni dai governi che si sono succeduti, sarebbe anche legittima.
Come è noto, la Uil Scuola ha sempre parlato di un doppio binario – il concorso riservato e il PAS – mai di ripristinare le vecchie graduatorie ad esaurimento che non hanno prodotto alcun effetto se non il moltiplicarsi di ricorsi e controricorsi che hanno determinato incertezza e precarietà in un clima velenoso e divisivo proprio tra il personale che, invece deve avere un quadro di certezze e di prospettiva solido.
Quali proposte intende fare il suo sindacato per svuotare le Gae e far scorrere le graduatorie di merito del concorso del 2016?
Fermo restando che si devono lasciare le attuali norme fino allo svuotamento delle GAE, abbiamo già chiesto – e doveva essere inserito nella discussione parlamentare in sede di conversione del decreto – di consentire, volontariamente, agli idonei del concorso 2016 (le cui graduatorie nel Decreto sarebbero state prorogate) la possibilità di chiedere di spostarsi per l’assunzione in ruolo lì dove le graduatorie fossero esaurite, dando analoga possibilità anche a coloro che hanno superato il concorso riservato 2018.
Dal precariato e dal reclutamento passiamo al rinnovo del CCNL scaduto il 31 dicembre dello scorso anno.
Prof. Turi, i docenti all’interno del comparto Istruzione e Ricerca aspettano con ansia un contratto di risarcimento. Secondo lei come potrebbe essere finanziato un tale contratto? La convince la proposta del Ministro Fioramonti di tassare merendine e bibite?
L’Ocse di recente, e la Ragioneria di Stato a più riprese, hanno riconosciuto che il comparto scuola è il più ‘povero’ sia in rapporto all’Area euro che all’interno del pubblico impiego.
Se si continua a seguire la procedura del rinnovo dei contratti, sulla base di una percentuale calcolata sulla massa salariale, questo divario sarà destinato ad allargarsi ancora di più.
Occorrono risorse aggiuntive. Per reperirle vanno bene anche le tasse di scopo che fanno arricciare il naso ai neoliberisti tutti tesi a garantire i profitti, piuttosto che garantire democrazia e partecipazione.
Senza voler fare l’economista, chiedo: una sana lotta all’evasione potrebbe essere la risposta fisiologica al reperimento delle risorse necessarie?
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