Il ministro dimissionario Lorenzo Fioramonti è in perenne movimento: dopo l’addio al Miur e al M5S, sembrerebbe determinato costituire un nuovo gruppo parlamentare, dove far convergere i deputati delusi, come lui, tra gli stessi “grillini”, ma anche del Pd e di Leu, oltre che quelli del Misto. Il gruppo si chiamerebbe “Eco”, le prime lettere della parola ecologia, il tema più caro all’onorevole romano, e soprattutto andrebbe a catalizzare i tanti deputati infastiditi dalle azioni dei loro partiti troppo orientate verso il centro-destra.
Per dirla con le parole di Nanni Moretti, a Fioramonti piacerebbe infatti creare “qualcosa di sinistra”. Qualcosa che sia anche ben colorato di verde: il raggruppamento, comunque sempre di supporto all’attuale premier Conte, dovrebbe avere ben in testa i temi della salvaguardia del clima, dell’ambiente, delle risorse e dell’investimento per l’ecosostenibile.
Tutti tematiche che Durante il suo mandato a viale Trastevere ha cercato in tutti modi di introdurre nell’ambiente scolastico, arrivando persino a chiedere alle scuole e ai docenti di giustificare gli studenti che avrebbero “scioperato” per la salvaguardia del clima aderendo alle manifestazioni organizzate da Greta Thunberg.
La sensibilità di Fioramonti per questi concetti è massima. Ha apprezzato molto il passaggio del discorso del Capo dello Stato d’inizio anno che li tocca in modo diretto. “Le nuove generazioni comprendono meglio le interconnessioni del mondo. Sentono in modo diretto la crisi climatica e capiscono come la sfida ambientale sia essenziale per il nostro Paese. Può essere una grande prospettiva di sviluppo, unendo ricerca ed innovazione, nel pubblico come nel privato”.
“Ho conosciuto ed apprezzato la costellazione del mondo delle università e della ricerca. L’accesso al sapere va garantito. La cultura è un grande propulsore di qualità della vita. La speranza consiste nella possibilità di avere sempre qualcosa da raggiungere”, sono le parole riprese da Fioramonti. Che conclude: “Grazie Presidente…”.
Il problema è che la costituzione di un gruppo prevede almeno l’adesione di 20 deputati: un numero non indifferente. Ma a Fioramonti avrebbero già detto di sì, per costituire “Eco”, un gruppetto di deputati M5S e qualche ex già confluito nel Misto: i primi a dare l’assenso sono stati Nunzio Angiola e Gianluca Rospi, ma anche l’ex pentastellato Andrea Cecconi.
Secondo Repubblica, “altri pentastellati potrebbero arrivare nei giorni successivi, possibile anche dopo le elezioni in Emilia e Calabria. Nel frattempo Fioramonti dovrebbe lanciare ‘Eco’ con una serie di iniziative e di convegni, magari anche grazie all’endorsment di una parte del mondo accademico e di altri parlamentari” interessati.
Da parte di Fioramonti sarebbe già stato avviato “un dialogo in corso con Fassina, mentre Civati, Montanari, Ragosta il 12 gennaio a Roma lanceranno il partito Ecologista (Montanari e Civati potrebbero essere i portavoce) mettendo insieme tutti quelli che non si riconoscono nella federazione dei Verdi. ‘Eco’ viaggerà lungo una corsia autonoma, ma non è detto che poi alla fine le varie esperienze possano convogliare in un unico soggetto e far parte di una lista del premier (oggi è arrivato l’ok di Bettini), qualora se ne presentasse l’occasione”.
Intanto l’ex ministro guarda anche all’Europa e si sarebbe già confrontato con il leader dei Verdi dell’Ue.
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