Politica scolastica

Fioramonti, Lega spietata: nessuno gli dà retta, alla scuola zero euro, quando si dimette?

È durissima la reazione della Lega alla presentazione delle linee guida del Miur, davanti alle commissioni Cultura riunite di Camera e Senato, da parte del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti.

“Solo chiacchiere”

La contrarietà è sia rispetto al decreto scuola, non poco modificato rispetto alla versione prima approvata ad inizio agosto e ribattezzato ‘ammazza-precari’, sia rispetto alla scarsità di fondi che la legge di Bilancio ha oggi riservato alla scuola: appena 43 milioni di euro, di cui 30 per i presidi, a fronte di due miliardi chiesti da tempo dell’attuale ministro pentastellato.

“Da Fioramonti solo promesse: vedrò…faremo… insomma, le solite chiacchiere”, ha detto il deputato della Lega Rossano Sasso al termine dell’audizione del titolare del Miur.

La solidarietà ironica

Sasso ha espresso, la sua ironica “solidarietà al ministro dell’Istruzione”, che ha definito il “meno ascoltato della storia: chiede soldi, batte cassa, si inventa tasse sullo zucchero, ma nessuno gli dà retta. Per la scuola nemmeno un soldo”.

Riferendosi alle più volte annunciate dimissioni, da parte di Fioramonti, in caso di mancata approvazione dei finanziamenti richiesti, il parlamentare della Lega ha detto che “stiamo aspettando ancora che mantenga fede alla parola data: “o mi danno due miliardi in legge di bilancio o mi dimetto”.

A sentire il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro (LeU), però difficilmente Fioramonti rinuncerà il mandato di ministro: ““Altro che dimetterci, il ministro Fioramonti ha dato al suo lavoro un’impostazione assolutamente condivisibile, la battaglia inizia ora in Parlamento. E ci aspettiamo – ha detto De Cristofaro – che la maggioranza non ci lasci soli”.

I motivi del no al decreto scuola

Entrando nel dettaglio del decreto scuola, il leghista sostiene che vi “sono due aspetti del tutto negativi: il primo, legato al concorso straordinario per gli insegnanti ed all’annualità di servizio in corso, ingiustamente esclusa dal computo dei tre anni richiesti; il secondo relativo agli assistenti amministrativi senza titolo specifico, facenti funzione dsga, idonei a lavorare da precari ma non a tempo indeterminato”.

Secondo Sasso, “un decreto scuola che non prevede, a differenza di quanto previsto dalla Lega ad agosto, alcun percorso abilitante per gli insegnanti di terza fascia, che ignora gli insegnanti di ruolo illegittimamente trasferiti e vittime della legge 107, un decreto che ignora il personale educativo dei convitti nazionali e dei convitti annessi”.

Alessandro Giuliani

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