“Forse è normale che una Legge di Bilancio evolva continuamente. Ciò che è meno normale è che un ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca venga scoprire dalla rete dell’esistenza di norme che riguardano il suo settore, senza che sia stato neppure coinvolto”. Così il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, riferendosi all’art. 28 sull’Agenzia per la ricerca e all’art. 29 che sui ricercatori per quanto riguarda la legge di Bilancio: “Ci sono passaggi con riferimento ad università e ricerca, che destano perplessità”, scrive ancora.
Fioramonti punta il dito sull’art. 28 relativo all’Agenzia Nazionale della Ricerca: “La versione iniziale di questo articolo era stata sviluppata escludendo il Miur da qualunque ruolo. Siamo riusciti a farlo rientrare, ma rimane una problematica di fondo: il funzionamento e la governance di tale Agenzia può essere deciso solo dopo un confronto con la comunità di ricerca ed una ricognizione delle migliori pratiche internazionali. Non può essere approntato da un paio di burocrati in un fine settimana”.
“Mi auspico – prosegue il ministro – che la Legge di Bilancio si limiti a sancirne la costituzione e la dotazione economica, rinviando ad una norma ad hoc da realizzare nei primi mesi del nuovo anno per approntare modello di governance e obiettivi”.
Il secondo articolo criticato è il 29, che, secondo Fioramonti, “va completamente rielaborato per evitare che gli enti pubblici di ricerca ed i ricercatori vedano sbarrate le loro prospettive future. Infine, ci sono passaggi sulla pubblica amministrazione, con riferimento ad università e ricerca, che destano perplessità”.
“Io credo molto nel gioco di squadra. Ma ciò prevede la condivisione dei processi e delle norme. Faremo gioco di squadra col Parlamento per modificare queste norme”, conclude il ministro.
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