Lorenzo Fioramonti torna parlare del modello della scuola finlandese, che non a caso è tra i migliori al mondo: stavolta, però, lo fa nella veste di ministro dell’Istruzione, conquistando una visibilità e un seguito decisamente superiore al passato.
“I problemi dell’apprendimento sono anche dovuti – ha detto il 6 settembre a 24 Mattino in onda su Radio24, con Maria Latella e Simone Spetia – a problemi infrastrutturali e a mancanza di continuità: vorrei provare a lavorare per cercare di capire cosa fare dal punto di vista dell’innovazione nel modo di insegnare”.
L’obiettivo del neo ministro, dunque, è puntare su una scuola di qualità: “in Finlandia per esempio – ha spiegato – si è ridotto l’orario scolastico, facendo insegnamenti trasversali, inserendo nuove tecnologie in modo divertente e accattivante e rendendo così la matematica più accessibile a tutti”.
“Ho studiato il modello Finlandia per innovare il modo di insegnare”, ha aggiunto il ministro, rivelando di avere già “aperto dei tavoli sul tema dell’innovazione nel modo di insegnare”.
Ma quali sono le caratteristiche del modello d’insegnamento finlandese? “Hanno ridotto l’orario scolastico e usano le nuove tecnologie per fare insegnamenti trasversali, con l’uso di linguaggi più semplici e accessibili, un modo divertente e accattivante per avvicinare gli studenti alle materie più ostiche“, ha sottolineato il titolare del Miur.
Il problema, per introdurre una scuola del genere anche in Italia, è che servono investimenti cospicui: parliamo di molti miliardi di euro.
Fioramonti non batte ciglio: “Ho vissuto in giro per il mondo: ho bisogno di qualche miliardo in più per la scuola e la ricerca. Per evitare che la coperta sia troppo corta ho proposto un sistema fiscale intelligente, indirizzando anche i consumi: abbiamo sempre i più problemi di obesità, investiamo quindi in istruzione mettendo piccoli interventi fiscali sui consumi come merendine, bevande zuccherate, voli aerei ecc”.
“Serve certo una governance trasparente. In Italia c’è bisogno di una maturazione anche dal punto di vista civico, è anche un discorso di risorse”, ha proseguito il ministro, per il quale va attuata l’economia del benessere: “dobbiamo essere più consapevoli e tassare i consumi che fanno male, magari abbassando le tasse sulle imprese”.
Certe politiche innovative, potrebbero dare fastidio. “Non ho paura di pressioni, assolutamente no. Avrò più pressioni ma sono pronto e ad ascoltare”.
“Già da viceministro – ha proseguito Fioramonti – ho incontrato le associazioni di categoria, ora da ministro avrò più pressioni ma sono pronto e disposto ad ascoltare”.
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