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Fiorella Mannoia: “la riforma sulla scuola ha una responsabilità immensa per il futuro dell’Italia”

Subito dopo i genitori sono gli educatori, gli insegnanti a scrivere su quel foglio e se il bambino è fortunato, se nel suo cammino incontrerà un maestro/a un professore o professoressa speciale (ce ne sono tanti) quell’incontro cambierà la sua vita, lo aiuterà a essere la persona che sarà.”

Per la famosa cantante i docenti svolgono un compito delicatissimo che non va assolutamente screditato: “Non dico che tutto il corpo docente sia all’altezza, ma quelli che considerano l’insegnamento una vocazione, come dovrebbe essere, sono più di quanto immaginiamo e in una classe ne basta uno, uno solo, sarà quello che ti ricorderai per tutta la vita, quello che ammiravi, che ascoltavi con piacere, quello che ti dispiaceva deludere. E considerare i docenti che svolgono un ruolo così importante per la società in cui viviamo, una categoria di scansafatiche è quanto di più sbagliato e pericoloso si possa fare, anche per i ragazzi stessi che rischiano di guardare gli educatori, non più con quel rispetto che l’autorevolezza del ruolo impone, ma come una categoria di “sfigati”che fanno un mestiere di ripiego, che… “tanto mamma dice che è uno scemo che non gli va di lavorare”.”

E invece in Italia sulla scuola è da decenni che si scherza, senza mai andare al cuore del problema: “ È da decenni che fanno riforme scolastiche e da fuori, quello che arriva a noi sono una valanga di parole che si basano su: voti si e voti no, e poi i crediti, i debiti, i quiz degli esami, grembiuli si, grembiuli no, pagelle si e pagelle no. Si parla di tutto meno del fatto che genitori e docenti pagano di tasca propria materiale didattico e perfino la carta igienica, che non ci sono palestre e corsi di musica o di danza, che molti edifici sono pericolanti e pericolosi dove non arriva neanche il riscaldamento, che gli insegnanti di sostegno vengono dimezzati, che il corpo docente Italiano è il più sottopagato d’Europa. Che i fondi destinati alla scuola pubblica vengono spalmati anche alle scuole private, noi che eravamo un’eccellenza in quanto a preparazione dei nostri studenti ora stiamo perdendo i nostri giovani migliori che vanno a portare all’estero la propria creatività, che le tasse universitarie sono diventate proibitive.”

Infine il duro giudizio sulla scuola targata Renzi: “Ora se ne escono con quest’altra trovata della scuola azienda con il preside seduto sulla poltrona di comando. Ma io mi chiedo, ma chi le pensa queste cose? Tutto per non dire che i fondi per la scuola pubblica non ci sono, o meglio, non vogliono trovarli, tutto questo per non dire che in questi decenni della scuola non è fregato niente a nessuno, perchè a nessuno interessa la formazione dei cittadini di domani. x in questo nostro Paese così bello e pieno di storia, che è stato la patria dell’arte, della musica, della pittura e della bellezza…. della scuola e della cultura, fondamentalmente non frega più un cacchio a nessuno. Io penso che uno Stato che non investe sulla scuola pubblica e sulla cultura sia uno Stato fallito.”

Uno Stato fallito. Una “buona” scuola fallita. È davvero questo che vogliamo?

Silvana La Porta

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