Il fenomeno degli abbandoni scolastici va combattuto da subito iniziando ad aprire le scuole di pomeriggio. L’annuncio è del Ministro Giuseppe Fioroni che in un’intervista al Messaggero di Roma ripercorre anche tutti i provvedimenti realizzati nei suoi primi cento giorni alla Pubblica Istruzione: dal blocco dei prezzi dei libri di testo, al pagamento delle commissioni di esame, all’assunzione di 23 mila 500 precari, alla sospensione della sperimentazione dei nuovi licei, alla disapplicazione del discusso “tutor” morattiano, alla riforma degli esami di Stato.
Ma il focus è sulla dispersione, decisamente ancora troppo alta nel nostro paese (oltre il 20% contro una media europea attorno al 10%). A tal proposito il ministro ricorda di aver fatto aggiungere una voce nel Dpef che prevede risorse aggiuntive specifiche.
“Ci serviranno – spiega Fioroni – per il recupero di quegli studenti, stimati in un 25-30 per cento, che si iscrivono regolarmente alle superiori, ma che poi si fermano e smettono di frequentare e il primo passo sarà l’apertura delle scuole di pomeriggio”.
“Ci serviranno – spiega Fioroni – per il recupero di quegli studenti, stimati in un 25-30 per cento, che si iscrivono regolarmente alle superiori, ma che poi si fermano e smettono di frequentare e il primo passo sarà l’apertura delle scuole di pomeriggio”.
La novità è che questa volta il sostegno economico non dovrebbe mancare.
“La legge sull’autonomia scolastica – dice Fioroni – stanzia 100 milioni di euro per finanziare 10 mila e 800 scuole. Noi puntiamo a ottenere non un centinaio di milioni di euro, ma qualche centinaio di milioni, che – spiega il ministro – verranno distribuiti alle scuole che, autonomamente, sceglieranno come spenderli, producendo poi una rendicontazione semplificata al massimo”.
Secondo il responsabile di viale Trastevere non esiste un modello precostituito deciso dallo Stato per spendere questi soldi.
“Ogni istituto – continua il Ministro – dovrà decidere chi impiegare e con quali obiettivi, vuoi di formazione vera e propria, vuoi ludici, teatro, musica, o sportivi. Insomma la nostra intenzione è fare delle scuole un punto di riferimento del territorio”.
Le sue strategie non seguono di certo quelle del precedente Ministro: “La nostra lotta alla dispersione scolastica sarà impostata in modo diametralmente opposto a quello scelto dalla Moratti, che ha stanziato circa 15 milioni di euro per un progetto triennale che affida il recupero del disagio giovanile a strutture private come San Patrignano o il Cis, in tutto venti centri che operano in venti città”.
“La legge sull’autonomia scolastica – dice Fioroni – stanzia 100 milioni di euro per finanziare 10 mila e 800 scuole. Noi puntiamo a ottenere non un centinaio di milioni di euro, ma qualche centinaio di milioni, che – spiega il ministro – verranno distribuiti alle scuole che, autonomamente, sceglieranno come spenderli, producendo poi una rendicontazione semplificata al massimo”.
Secondo il responsabile di viale Trastevere non esiste un modello precostituito deciso dallo Stato per spendere questi soldi.
“Ogni istituto – continua il Ministro – dovrà decidere chi impiegare e con quali obiettivi, vuoi di formazione vera e propria, vuoi ludici, teatro, musica, o sportivi. Insomma la nostra intenzione è fare delle scuole un punto di riferimento del territorio”.
Le sue strategie non seguono di certo quelle del precedente Ministro: “La nostra lotta alla dispersione scolastica sarà impostata in modo diametralmente opposto a quello scelto dalla Moratti, che ha stanziato circa 15 milioni di euro per un progetto triennale che affida il recupero del disagio giovanile a strutture private come San Patrignano o il Cis, in tutto venti centri che operano in venti città”.
Non intende però smantellare il percorso avviato dalla Moratti: “Noi rispetteremo quel contratto, giunto alla seconda annualità, ma abbiamo scelto di non delegare più all’esterno i programmi di recupero perché vogliamo che l’interlocutore dei ragazzi e delle famiglie sia direttamente la scuola, nelle metropoli e nelle periferie, nei piccoli e grandi comuni, non una serie di centri avulsi dalla realtà scolastica”.
Il Ministro annuncia inoltre che intende portare avanti il progetto di passaggio di personale della scuola da un comparto all’altro dello Stato. “Ne ho già parlato con Rutelli – rivela – e i Beni culturali, che hanno sete di nuovo personale, sono pronti ad assorbire quegli insegnanti che, solo con il loro consenso vogliono fare una esperienza diversa. Questa volta ci riusciremo”.
Spiega infine che attraverso il metodo ‘random’ (“cercare a caso”) ha avviato da qualche settimana una campagna di ascolto dei docenti via Internet. “Non mi sono limitato a consultare i rappresentanti di categoria e le commissioni preposte – spiega Fioroni – ho anche fatto scegliere al computer alcuni gruppi di insegnanti regione per regione, nelle scuole di ogni ordine e grado. Abbiamo cominciato con le materne e le elementari e andremo avanti”. Il ministro ha già però ha avuto importanti indicazioni
“Mi sono convinto che anche insegnare dopo un certo numero di anni può essere considerato un lavoro usurante. Quindi, potremmo ipotizzare alcuni meccanismi di accompagnamento alla pensione con una serie di incentivi”.
Pensione anticipata anche per gli insegnanti quindi? “Solo con il loro consenso”, chiosa Fioroni.
“Mi sono convinto che anche insegnare dopo un certo numero di anni può essere considerato un lavoro usurante. Quindi, potremmo ipotizzare alcuni meccanismi di accompagnamento alla pensione con una serie di incentivi”.
Pensione anticipata anche per gli insegnanti quindi? “Solo con il loro consenso”, chiosa Fioroni.