“Io penso che la scuola, come afferma la nostra Costituzione, non può che essere pubblica”. A ribadirlo, in un’intervista a ‘Famiglia Cristiana’, è il Ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. Il Ministro ha voluto sottolineare come per tradizione “il sistema scolastico italiano è universale e solidaristico: ciascuno di noi con le tasse non paga la scuola dei propri figli, ma concorre a pagare la scuola di tutti. Non c’è una scuola di Stato, ma una scuola pubblica e libera, sia che gli erogatori siano pubblici o privati”.
Fioroni ribadisce anche che liberalizzare la scuola sarebbe un grave errore perché in questo modo “ognuno potrà investire. Ma vi pare che la scuola – chiede il Ministro – possa essere regolata dalla legge del profitto e del mercato? Sono convinto che faranno a botte per aprire una grande scuola cattolica nel centro di Venezia, ma chi vorrà aprirla nel Comune di Balmuccia, 100 abitanti, o nei quartieri degradati delle aree metropolitane? Avremo una scuola con una grande offerta per chi può comprare e una scuola dei poveri che resterà a carico dello Stato. E’ una cosa che mi spaventa. E quale scuola integrerà i diversamente abili?”.
A proposito della riforma della maturità, approvata dal Consiglio dei Ministri e attesa nei prossimi mesi per la discussione in Parlamento, secondo il Ministro dovrebbe essere la stessa scuola cattolica a “pretendere i controlli, proprio per non essere confusa con quelli che sono veri e propri diplomifici: le scuole cattoliche non lo sono, le famiglie ci mandano i figli per una scelta educativa. Ma per favore –continua Fioroni – teniamo conto che sono tantissimi i docenti della scuola statale che sono ‘cattolici apostolici romani’ e sono orgogliosi di esserlo. Non sono figli di un Dio minore”.
A Fioroni non basta, inoltre, che lo Stato stabilisca solo i criteri di accreditamento: ciò che a lui interessa è “che la scuola è pubblica e che il mercato non deve entrarci; e poi – sottolinea – applichiamo un corretto sistema di sussidiarietà, come avviene, per esempio, per le materne paritarie”. Poi, il nuovo responsabile del Ministero di viale Trastevere ha voluto in qualche modo bacchettare il precedente Governo: “il 48% dei bambini non avrebbe più diritto all’istruzione se non ripristiniamo immediatamente quei 167 milioni di euro che Berlusconi ha tolto alle materne paritarie, al 90%, che sono senza fini di lucro e rendono un enorme servizio alla comunità”.