Intervistato dal Sole 24 ore, l’ex ministro dell’Istruzione nel governo Prodi, Beppe Fioroni, declama la sua buona volontà a risolvere l’annosa questione dei precari della scuola, che però subì l’arresto con la caduta del governo.
“Dal 2008 in poi abbiamo assistito a un’infinità di interventi e deroghe che hanno riaperto le graduatorie su molti fronti. Sono stati ammessi docenti in coda, a pettine, nuovi abilitati nelle diverse modalità. Relegando quindi le graduatorie a mere liste di attesa per l’assunzione quando invece avrebbero dovuto rappresentare, così come erano nate circa 15 anni fa, una svolta nella selezione dei docenti. Sarebbero dovute essere cristallizzate fotografando tutti i diritti acquisiti dagli iscritti fino al 31 dicembre 2006. Ma così non è stato, purtroppo. Avremmo potuto risolvere l’annoso problema delle graduatorie in 3 anni”, considerato che, prosegue Fioroni “il provvedimento di svuotamento delle graduatorie era contenuto nella finanziaria dove prevedemmo scatti di anzianità, ricostruzione di carriera e previdenza. Il primo anno ne assumemmo 50mila, 20mila il secondo anno. Poi cadde il Governo e con il ministro Gelmini cambiò tutto”.
Per Fioroni però le nuove forme di assunzione dovrebbero prevedere “la laurea breve e poi la specialistica a numero chiuso che, nell’ultimo semestre, porti nelle scuole gli aspiranti insegnanti per una vera formazione sul campo. Conclusi gli studi, si otterrebbe l’ammissione al concorso. Una volta superato il docente potrebbe fare il praticantato nella scuola”. Mentre per valorizzare il ruolo degli insegnanti bisogna partire “dagli scatti stipendiali fino all’aggiornamento. Partiamo dagli scatti stipendiali: saranno legati al merito ma credo che siano due cose diverse. Gli scatti servono solo per rendere dignitosa la retribuzione, altra cosa è la valorizzazione del merito che dovrebbe andare ad aggiungersi allo stipendio”.
“ Bisogna iniziare a calcolare il numero dei docenti”, aggiunge Fioroni, “non sulle disponibilità economiche ma sul reale numero dei ragazzi in classe. A cominciare dal sostegno: in questa occasione voglio ricordare Franca Falcucci, scomparsa da pochi giorni, il ministro della pubblica istruzione che nel ’77 abolì le classi differenziali in cui venivano relegati i ragazzi disabili. Quella legge, la 517/77, ebbe sicuramente un costo elevato ma questa è la vera bellezza della scuola italiana. Una bellezza che va difesa”.
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