Nella mattinata del 4 settembre il Ministro Fioroni ha presentato alla stampa e agli addetti ai lavori le nuove linee guida che dovranno servire alle scuole del I ciclo e a quelle per l’infanzia di rimodulare il curricolo di scuola.
In alcune istituzioni scolastiche il volumetto fatto stampare dal Ministero è già stato consegnato ai docenti, mentre in altri casi i dirigenti scolastici, ignari di ciò che sta accadendo, invitano ancora i docenti a fare riferimento alle Indicazioni del 2004.
Ma nel giro di qualche giorno la situazione si dovrebbe normalizzare.
L’idea di fondo che ispira il nuovo corso è tanto semplice a dirsi quanto complessa da realizzarsi: le scuole dovrebbero rivedere il POF – con progressività e buon senso – alla luce di quanto contenuto nelle nuove indicazioni che, a loro volta, possono essere utilizzate nelle parti che meglio si adattano al Pof della scuola stessa (così recita infatti l’articolo 4 del decreto ministeriale del 31 luglio che fa da sfondo normativo alle Indicazioni).
Alle vecchie parole d’ordine si sostituiscono nuove formule: nel comunicato stampa diramato dal Ministero si sottolinea la necessità di “privilegiare italiano, matematica, storia e geografia a inglese, informatica e impresa” Insomma le “tre I” di Moratti e Berlusconi lasciano il posto a discipline più tradizionali.
E, in documento intitolato “Qualche esempio in pillole”, divulgato anch’esso nella mattinata del 4 settembre, si fornisce anche qualche spiegazione in più. In geografia, per esempio, si dovrà dare “grande importanza agli aspetti di tipo morfologico (nomi dei fiumi, dei mari, dei monti…) e recuperare sin dalle elementari lo studio dell’Europa e del mondo”.
In altre parole si dovrebbe tornare ad una idea della geografia descrittiva che sembrava ormai scomparsa dalla didattica di questa disciplina.
“Lo studio della scienza della natura – prosegue ancora Fioroni – deve essere visto in una prospettiva storica ed evolutiva. Più sperimentazione e osservazione della realtà”.
Giustissimo, resta da capire con quali fondi si potranno allestire i laboratori per fare osservazione ed esperimenti, visto e considerato che ormai buona parte degli stanziamenti se ne vanno in Tarsu e supplenze.
In lingua italiana, “tornano in evidenza la grammatica e la sintassi (partendo dalla riflessione sulla lingua)”: il tentativo è probabilmente quello di migliorare le competenze di comprensione e di scrittura, ma resta il dubbio che per imparare a scrivere occorra anche un contesto educativo complessivamente adeguato.
Per intanto nei prossimi tre mesi le scuole dovranno leggere e conoscere i testi ministeriali e incominciare a farsi un’idea di come poterli applicare nella pratica quotidiana.
Per aiutare le scuole in questo compito il Ministero ha deciso di stanziare 36 milioni di euro, decisione che scatena le ire del “Manifesto dei ‘500”: “Con una somma del genere – sostengono genitori e insegnanti aderenti a questo movimento – si potrebbe pagare lo stipendio di 1500 insegnanti e quindi soddisfare le esigenze di tempo pieno rimaste inevase”.
Ma è difficile che sindacati e associazioni seguano i movimenti sulla strada della contestazione: il Cnpi all’unanimità ha dato il via libera all’operazione e Fioroni, almeno per ora, può dormire sonni tranquilli.