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Fioroni ricorda Aldo Moro a trent’anni dal sequestro

Trent’anni addietro, il 16 marzo 1978, dalle Brigate Rosse, veniva rapito Aldo Moro, uno dei maggiori esponenti politici italiani e presidente della Democrazia Cristiana. I cinque uomini della scorta quel giorno furono barbaramente uccisi. Aldo moro dopo 55 giorni di prigionia fu ucciso. Il cadavere fu rinvenuto nel cofano di una Renault 4 in via Caetani, emblematicamente poca distanza da Piazza del Gesù (dov’era la sede nazionale della Democrazia Cristiana) e via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano), ma la sua persona è ancora viva nel cuore di tantissimi italiani, che lo ricordano come l’uomo dalle grandi virtù intellettuali, diplomatiche, politiche ed umanitarie.
In occasione dei trent’anni del suo arresto il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha pensato bene di indirizzare una lettera ai dirigenti scolastici e ai docenti per non dimenticare l’importante statista italiano e farlo ricordare ai ragazzi.
Con una lettera indirizzata ai dirigenti scolastici e ai docenti Il Ministro chiede di approfondire insieme agli studenti “la storia degli anni Settanta e degli uomini che hanno segnato quegli anni: politici, magistrati, avvocati, poliziotti, medici, persone comuni vittime del terrorismo”.
“Credo – continua Fioroni – che le nuove generazioni debbano essere consapevoli che c’è stato in Italia un periodo ricco di spunti, di innovazioni, di nuove mode e nuovi stili di vita, di partecipazione civile e allo stesso tempo di violenza e di dolore. E Moro fu uno dei personaggi più importanti di quel periodo, anzi il grande artefice e il garante dei nuovi equilibri politici.
Il Ministro propone anche, per aiutare i giovani a non dimenticare, di analizzare questa straordinaria figura della politica italiana con  dibattiti, incontri e approfondimenti storici.
“Quando a scuola – scrive ancora Fioroni – ci confrontiamo con i ragazzi su temi complessi di storia recente o di attualità lo facciamo con la coscienza di non possedere una verità e dunque consapevoli della necessità di esercitare gli strumenti dell’analisi storica nella direzione della ricerca; è in questo prezioso cammino e grazie ad esso che svolgiamo un servizio al Paese, educando le nuove generazioni al senso critico e alla profondità. Ricordare Moro, nella condanna incondizionata ad ogni forma di terrorismo è un’occasione per far sentire ai ragazzi il legame che unisce la loro vita alla vita degli altri, la loro vicenda alle vicende di tutti. Di renderli partecipi della serietà delle cose, sia pubbliche che le private, e del loro intreccio. Di sentire la responsabilità alla quale siamo tutti chiamati quando si tratta di capire, trovare il senso e cooperare alla realizzazione del bene comune”.
L’ultimo pensiero del Ministro riguarda “la difesa dei valori della nostra Costituzione” e il “rifiuto netto della violenza”. 
Per far ciò, conclude Giuseppe Fioroni è necessario ricordare “personalità emblematiche per la nostra democrazia; che mediante l’esempio e il sacrificio, anche della propria vita, hanno segnato uno spartiacque tra visioni e prassi democratiche, da un lato, e arbitrio eversivo dall’altro”. Una di queste figure emblematiche sicuramente è stata Aldo Moro.
Luigi Mariano Guzzo

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