Categorie: Personale

Fioroni: spending review non tocchi statali e scuola

Niente scherzi, la pubblica amministrazione e la scuola non si toccano. Il Governo per fare cassa, applicando una sempre più efficace razionalizzazione delle risorse, non può più sottrarre finanziamenti da questi comparti. Su cui negli ultimi tre anni sono state già applicate severissime politiche all’insegna dei tagli e delle rinunce. A sostenerlo, in una lunga intervista all’Unità, è l’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, oggi responsabile welfare del Pd.
“Una cosa è certa – ha detto Fioroni – la spending review non può diventare il colpo di grazia per il pubblico impiego”, nè sono ipotizzabili tagli alla scuola dove “c’è solo da fare un mea culpa per i tagli tremontiani degli ultimi anni”.
Nella revisione della spesa, spiega l’ex Ministro, “mi auguro non si applichi il metodo Fornero, che sostituisce la concertazione con la semplice comunicazione. Ci vuole un confronto vero per arrivare ad analisi e soluzioni condivise” altrimenti “il rischio è di navigare a vista o mettere in campo solo interventi d’urgenza, nè organici nè strutturali, come invece la situazione richiederebbe”. Se, insomma, la spending review, “diventa un altro modo di fare cassa tagliando in modo semi-lineare, siamo davvero fuori strada. Quella è stata la politica di Tremonti che non ha prodotto un solo risultato”.
Entro poche ore sapremo come stanno le cose. Dalle ultime indiscrezioni, però, nel decreto che sta per essere presentato in Cdm sarebbe confermato il taglio del 10% del personale del pubblico impiego. La scuola, tuttavia, sembrerebbe essere esente da questa operazione. Allo studio del governo sarebbero le modalità per collocare soprannumerari, inidonei ed ex dipendenti Lsu. Possibile anche uno “scivolo”, una deroga, per 3-4mila pensionandi rimasti bloccati a seguito dell’introduzione della riforma Monti-Fornero. In tutto si tratterebbe di quasi 30mila “sistemazioni”, attraverso le quali lo Stato risparmierebbe quelle economie di cui ha bisogno. Senza stravolgere l’attuale assetto degli organici. Gli unici a rimetterci sarebbero i precari, sia docenti che Ata. Che, ancora una volta, per trovare una collocazione annuale o a tempo indeterminato dovrebbero attendere tempi migliori.
Alessandro Giuliani

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