Per partecipare ad una gita scolastica di maggio, un bambino autistico di una scuola d’infanzia di Firenze sembrerebbe destinato ad usare il taxi.
Solo che la mamma si è opposta. Il caso è stato reso pubblico, il 20 aprile, dal quotidiano La Nazione, ed avrebbe all’origine un rebus di tipo assicurativo.
Vediamo perché. L’uscita della scuola, scrive l’Ansa, è prevista per maggio nel parco di Villa Strozzi e a disposizione della scuola ci sono pulmini che possono ospitare al massimo due adulti, ovvero le due insegnanti.
Ma in questo modo, sarebbe restato escluso l’insegnante di sostegno del bambino che, secondo la preside non avrebbe copertura assicurativa per raggiungere i ragazzi in gita a piedi o in autobus.
Da qui l’ipotesi di far partecipare il bimbo autistico e la sua insegnante di sostegno in taxi.
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Eventualità che, tuttavia, la mamma del piccolo non vuole prendere in considerazione, così come quella di far salire il bambino su uno dei pulmini escludendo però un suo compagno di scuola.
A chiarire quello che sembra un rompicapo è la vicesindaco di Firenze Cristina Giachi secondo la quale non ci sarebbero problemi assicurativi per l’insegnante “appiedato” e che ha comunque assicurato la disponibilità, se sarà necessario, a rendere disponibile un ulteriore pulmino.
Intanto, anche l’Ufficio scolastico della Toscana è intervenuto sul caso del bambino affetto da autismo che, secondo quanto riportato dalla cronaca fiorentina del quotidiano La Nazione, avrebbe dovuto prendere il taxi insieme alla sua insegnante di sostegno per poter partecipare ad una gita.
L’Usr ha interessato il servizio ispettivo e convocato il dirigente scolastico per chiedere approfondimenti sulla vicenda e ripristinare un clima di serenità e dialogo nella scuola. Nel frattempo, il Comune di Firenze, in via eccezionale, ha risolto la questione mettendo a disposizione della scuola due pulmini per la gita scolastica nella storica villa fiorentina.
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