Come scritto in precedenza, è stato firmato il contratto scuola 2016-2018. dai sindacati confederali, Flc-Cgil, Cisl e Uil. Nel pomeriggio ha firmato anche Gilda degli insegnanti, mentre Snals ha confermato la strada del NO.
L’aumento medio per tutto il personale dovrebbe concretizzarsi nel mese di maggio, sia per i docenti sia per il personale Ata, anche precari, forse con una emissione speciale: si tradurrà in un incremento medio che varia tra gli 80 e i 110 euro lordi. A cui si aggiungono degli arretrati del biennio 2016-2017: un forfait di alcune centinaia di euro a lavoratore.
I segretari Francesco Sinopoli della Flc Cgil, Maddalena Gissi della Cisl Scuola e Pino Turi della Uil Scuola hanno diffuso un comunicato unitario in cui esprimono la loro soddisfazione:
Finalmente, dopo 8 anni, il CCNL ritorna ad essere centrale nella regolamentazione delle relazioni sindacali e dei rapporti di lavoro. Vengono superati gli aspetti più invasivi e deleteri della “legge Brunetta” e della legge 107. Attraverso la contrattazione nei luoghi di lavoro sarà stabilito l’utilizzo di tutte le risorse del salario accessorio, ivi comprese le risorse destinate alla valorizzazione professionale come ad esempio il bonus, riconoscendo così pienamente la disciplina per via negoziale del rapporto di lavoro nei suoi aspetti retributivi.
Questo contratto riporta alla normalità modi e tempi delle relazioni sindacali; ora si dovrà dar seguito, in tempi brevi, alle sequenze contrattuali sui problemi rimasti aperti riguardanti l’ordinamento, le carriere, i profili Ata, le sanzioni disciplinari dei docenti.
Ma soprattutto andrà avviata a breve la trattativa del nuovo Contratto 2019-21 per il quale la FLC CGIL, Cisl FSUR e Uil Scuola Rua chiederanno da subito al futuro governo di stanziare le risorse necessarie a partire dalla prossima legge di bilancio.
Questo contratto rappresenta un passo importante, fondamentale, per ridare certezze e dignità a più di un milione di lavoratrici e lavoratori che operano nelle scuole, nelle università, negli enti di ricerca e nell’AFAM che, al pari degli altri lavoratori pubblici, sono stati ingiustamente penalizzati in questi anni.
Si consegna alle Rappresentanze Sindacali Unitarie, le cui elezioni si stanno svolgendo proprio in questi giorni, l’opportunità di un forte protagonismo nella contrattazione.
Adesso le amministrazioni procedano subito alla liquidazione degli arretrati e all’adeguamento degli stipendi attesi da oltre 1,2 milione di lavoratori.
Noi proseguiremo la nostra azione puntando sul protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori e sulle RSU che coinvolgeremo in ogni passaggio dell’attuazione delle sequenze contrattuali e sulla piattaforma del CCNL 2019-2021.
Cgil, Cisl e Uil, certificano così di condividere l’immiserimento della categoria e il peggioramento della sua condizione normativa.
Ricordiamo che l’aumento di 85 euro lordi pro capite riassorbe l’indennità di vacanza contrattuale percepita negli ultimi due anni ed è soggetta a ritenuta previdenziale e fiscale; di conseguenza la differenza salariale netta in busta, rispetto allo stipendio di aprile, sarà di circa 35-50 euro a seconda della posizione stipendiale di ognuno.
Questa umiliazione ha dei responsabili e sarà opportuno ricordarlo nei mesi prossimi, quando si tratterà di lavorare per definire una nuova piattaforma rivendicativa che dovrà necessariamente avere al centro l’adeguamento dei nostri stipendi alla media europea, la rottura del monopolio di Cgil, Cisl e Uil e una vera democrazia sindacale fondata sulla consultazione vincolante dei lavoratori.
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