Nel 2016 il FIS, il fondo per il funzionamento delle scuole, sarà incrementato di 23,5 milioni: è quanto prevede un emendamento del governo al ddl Stabilità.
Lo ha fatto sapere lo stesso governo, specificando che 7,5 milioni arriveranno da risparmi di spesa posticipando di un anno l’entrata in vigore del cosiddetto ‘school bonus’, prevedendo un credito d’imposta del 65% delle erogazioni liberali effettuate nel 2016 e nel 2017 e del 50% per quelle effettuate nel 2018 invece del 65% di quelle effettuate nel 2015 e nel 2016 e del 50% per quelle effettuate nel 2017.
I 16 milioni restanti arriveranno dal versamento allo Stato delle somme di un conto corrente che giace presso le Poste. Su quest’ultima copertura viene prevista una clausola di salvaguardia secondo la quale il ministro dell’Economia è autorizzato ad accantonare e a rendere indisponibile per il 2016 nello Stato di previsione del ministero dell’Istruzione i 16 milioni.
Inoltre, i risparmi di spesa nel 2017 e 2018 confluiscono nel fondo “La buona Scuola” per 7,5 milioni nel 2017 e 5,8 milioni nel 2018.
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“Questa legge di stabilità, così come quella dell’anno scorso, sarà una legge in cui potremo presentare risorse aggiuntive per formazione e istruzione”, ha commentato a stretto giro di posta il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.
Il rappresentante di Governo ha fatto anche intendere che a Montecitorio, l’incremento potrebbe essere ancora ritoccato all’insù: “qualcosa abbiamo già ottenuto al Senato e abbiamo avuto modo di promuoverlo, ora alla Camera stiamo cercando di arricchire ancora di più”.
In cosa consiste, a livello pratico per le scuole, questo incremento? Diciamolo subito, negli istituti non si brinderà con lo spumante. Perché se si dovesse arrivare a 25 milioni di euro, ad ogni istituto andrà comunque una cifra media che non supera i 3mila euro. Giusto i soldi per pagare un paio di funzioni strumentali.
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