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Fish: “Non firmate quella petizione contro i bes”

E’ online una petizione per bloccare ”gli effetti organizzativi sul prossimo anno scolastico” della direttiva e della circolare sui Bisogni educativi speciali, ”Referendum BES. Fermiamo la CM 8 e costruiamo il cambiamento”, nata dalla preoccupazione che dal prossimo anno scolastico non verrà concesso il sostegno agli alunni con disabilità lieve e che ci saranno tagli al sostegno.
La petizione mira raggiungere cinquantunmila firme, che “simbolicamente corrispondono al numero della metà più uno dei docenti specializzati”.
Per Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish, le premesse che spingono ad affermare con certezza che agli alunni con disabilità non grave non verrà dato il sostegno ”sono infondate”.
”Ho invitato – sottolinea – a non sottoscrivere quella petizione, perché se passasse verrebbero bloccati tutti gli effetti positivi che la circolare ministeriale contiene”.
Il vicepresidente della Fish sottolinea come da nessun documento ufficiale, né da dichiarazioni del ministero per l’Istruzione risulti questa volontà.
“…non incrementiamo dicerie prive di fondamento, – scrive Nocera – impegniamoci invece sempre di più a pretendere che si avvii la formazione iniziale ed obbligatoria in servizio di tutti i docenti curricolari, in modo da poter prendersi in carico in prima persona il progetto di inclusione scolastica, come era quando cominciammo il processo inclusivo alla fine degli anni Sessanta, sostenuti dai colleghi specializzati per il sostegno”.
A far ulteriore chiarezza le dichiarazioni di Raffaele Ciambrone, dirigente Miur (Ufficio disabilità) che in una intervista sulla situazione degli alunni con bisogni educativi speciali riafferma tutto l’impegno nei confronti degli alunni disabili. “Abbiamo voluto assicurare maggior tutela ad alunni e studenti che non rientravano nei casi previsti dalle leggi 104/92 e 170/2010, nella prospettiva di una scuola sempre più accogliente e inclusiva. Rimane confermato e rafforzato il nostro impegno per gli alunni con disabilità per i quali, quest’anno, sono stati assegnati ulteriori 6.000 posti in più per il sostegno”.
Sarebbero inoltre circa 1 milione, secondo il Miur, gli alunni con bisogni educativi speciali.
La stima del Miur si basa su dati noti e proiezioni. Sono circa 215 mila gli alunni con disabilità, spiega Raffaele Ciambrone, dirigente del ministero dell’Istruzione (Ufficio disabilità).
Oltre 90 mila quelli con disturbi specifici dell’apprendimento, un dato in crescita se si pensa che solo tra gli anni scolastici 2010/2011 e 2011/2012 le certificazioni sono aumentate del 37 per cento. “Considerando una media del 4 per cento dell’incidenza dei Dsa sulla popolazione scolastica, – spiega Ciambrone – stimiamo che i ragazzi con questi disturbi potranno arrivare a 300 mila”.
Ci sono poi i ragazzi con Adhd (sindrome da deficit di attenzione e iperattività) che sono circa 80 mila e quelli con funzionamento intellettivo limite (quoziente intellettivo tra 71 e 84). Secondo le indagini scientifiche si stima che siano circa 400 mila, prendendo in considerazione, anche in questo caso, una media dell’incidenza del 5 per cento, tra le diverse valutazioni degli esperti più accreditati.
Più difficile fare una valutazione numerica degli alunni che rientrano nell’area dello svantaggio economico o culturale. “Nel caso degli alunni stranieri, si prendono in considerazione gli alunni di origine straniera di recente immigrazione iscritti alle medie o alle superiori, i cosiddetti neo arrivati in Italia (Nai), in particolare dai paesi asiatici e nordafricani, che hanno maggiori difficoltà linguistiche perché parlano una lingua non latina”, spiega Ciambrone. Per questi alunni e per quelli che provengono da situazione in difficoltà economiche (per le quali, tuttavia, esistono anche altri strumenti di sostegno) gli interventi “devono essere individuati sulla base di elementi oggettivi, ad esempio la segnalazione degli operatori dei servizi sociali, e di fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche”.
“Volevamo sciogliere il legame tra certificazione medica e intervento educativo: – sottolinea Ciambrone – è inaccettabile che un intervento educativo possa essere ritardato per problemi burocratici. E il senso della direttiva è proprio quello di spostare il punto di vista dal piano clinico a quello educativo”. “Abbiamo voluto assicurare maggior tutela ad alunni e studenti che non rientravano nei casi previsti dalle leggi 104/92 e 170/2010, nella prospettiva di una scuola sempre più accogliente e inclusiva. Rimane confermato e rafforzato il nostro impegno per gli alunni con disabilità per i quali, quest’anno, sono stati assegnati ulteriori 6.000 posti in più per il sostegno.”

Pasquale Almirante

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