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FIT, riconoscimento dell’attività didattica durante il dottorato di ricerca: apertura del Miur

Si è svolto, il 20 febbraio, l’incontro al Miur fra i funzionari del Ministero e una delegazione dell’ADI, associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, in merito alle richieste di quest’ultimi sul prossimo FIT.
Complessivamente il Ministero ha mostrato un’apertura verso alcuni punti, come il riconoscimento del punteggio massimo del titolo di dottore di ricerca e dell’attività didattica svolta nel corso del dottorato e post dottorato.

Le richieste dell’ADI

La proposta dell’ADI è quella di valorizzare il percorso FIT per i dottori di ricerca. Nello specifico, l’associazione vuole:

– Istituzione di un percorso FIT semplificato per i dottori di ricerca, di due anni invece che tre.

– Istituzione di tabelle di conversione tra dottorati e classi di concorso.

– Esonero dalla prima prova scritta di carattere disciplinare per l’accesso al FIT (previa definizione delle corrispondenze fra settori di dottorato e settori concorsuali).

– Attribuzione di un punteggio significativo al dottorato di ricerca nel concorso per l’accesso al FIT.

– Valutazione della didattica universitaria certificata in fase concorsuale.

– Compatibilità tra FIT, attività di ricerca e attività didattica.

– Possibilità di congelare il FIT per motivi di ricerca e per la frequenza ai corsi di dottorato, secondo le modalità previste dal D.Lgs 59/2017(articolo 8 comma 5 lettera c).

– Contrattualizzazione dei vincitori di concorso FIT

Titolo di dottore il più alto fra i titoli valutabili

ADI, riferisce sul proprio sito, di aver raccolto la disponibilità ad attribuire un punteggio elevato al titolo di dottore di ricerca, secondo quanto già previsto all’art.3 comma 7 del D.Lgs. 59/2017. Infatti, nonostante le tabelle di valutazione siano ancora allo stato di bozza, l’intenzione è quella di rendere il titolo di dottore di ricerca quello che avrà il punteggio più elevato tra i titoli valutabili. ADI vorrebbe garantire che il punteggio per il titolo di dottore di ricerca corrisponda ad almeno il 50% dei punti complessivi. I rappresentanti del ministero non hanno chiuso la porta ma hanno mostrato volontà ad orientare la riflessione in questo senso.

L’attività didattica nella valutazione titoli e le tabelle di corrispondenza

Altra apertura del Miur sarebbe quella relativa alla disponibilità a introdurre fra i titoli valutabili in sede di punteggio aggiuntivo anche l’attività didattica svolta nel corso del dottorato e del post-doc, a condizione che questa venga adeguatamente certificata. Se così fosse confermato, per lADI sarebbe un’apertura significativa, che permetterebbe di valorizzare l’esperienza di insegnamento universitario accumulata da tanti dottori, sia in riferimento alla didattica integrativa svolta durante il percorso di dottorato, sia per quel che riguarda le docenze a contratto e gli incarichi di didattica svolti da assegnista, borsista o RTD. Questo vuol dire che, se ci sarà la volontà di di garantire l’attribuzione di un punteggio per la didattica, sarà necessario che il Dipartimento Università del MIUR dia indicazione agli atenei di certificare formalmente ogni tipo di attività didattica effettivamente prestata da dottorandi e dottori di ricerca.

I dirigenti del MIUR hanno anche ribadito che non deve sussistere alcuna incompatibilità tra dottorato o attività di ricerca in genere e il FIT. Il percorso FIT sarà infatti concepito per permettere di svolgere attività lavorative. Tuttavia, le singole università potranno stabilire soglie minime di presenza ai corsi. Inoltre, secondo i dirigenti MIUR, non sussiste alcun impedimento alla possibilità di “congelare” il percorso FIT per la frequenza del dottorato o viceversa. In caso di congelamento del FIT non si percepirà il compenso previsto, secondo quanto già accade nel caso in cui invece si decida di sospendere il dottorato.

Si apre inoltre la concreta possibilità di arrivare alla definizione delle tabelle di corrispondenza, di concerto con il CUN, tra i percorsi di dottorato e le classi di concorso, attraverso la definizione degli SSD a cui afferisce il corso di dottorato e/o la tesi di dottorato di ricerca.
Inoltre, allo scopo di ottenere una retribuzione consona al carico complessivo di lavoro richiesto per tutti e tre gli anni del percorso FIT, ADI ha richiesto ai dirigenti del MIUR di procedere alla contrattualizzazione dei vincitori di concorso FIT. Su questo punto, nonostante una disponibilità di massima, sarà necessario una modifica della normativa, per cui i tempi e le modalità eventuali non si conosceranno a breve.

I no del Miur: nessun esonero dalla prima prova scritta e niente FIT ridotto

I rappresentanti del Miur hanno però mostrato resistenza alla possibilità dell’esonero dalla prima prova scritta per il concorso FIT. Il problema sarebbe di carattere normativo e l’unica possibilità potrebbe essere quella di attendere il nuovo Governo per proporre una modifica in tal senso.

Una contrarietà netta e al momento irremovibile è invece stata espressa in merito alla proposta di un percorso FIT ridotto per i dottori di ricerca. Per il Miur una simile proposta andrebbe a snaturare il concetto stesso dle percorso, mentre per l’ADI, significherebbe valorizzare in modo completo il titolo di dottorato.

Fabrizio De Angelis

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