Il nuovo percorso per diventare insegnanti, previsto dal decreto attuativo alla legge 107/2015, ha già scatenato non poche polemiche.
Fra queste, la più rumorosa è stata quella di Link, il coordinamento universitario, che ha lanciato l’accusa dei CFU universitari a pagamento, promossi da alcuni enti di formazione.
Nella giornata di oggi, 31 maggio, si terrà all’Università Statale di Milano “Che ne sarà di noi?”, un’assemblea di studenti, docenti, precari della scuola e della ricerca e dottorandi che si riuniranno per chiedere chiarezza e per discutere proposte comuni sul miglioramento del nuovo sistema di abilitazione e accesso all’insegnamento (denominato FIT) entrato in vigore con il Decreto 59 dello scorso 13 aprile.
“Nonostante ci siano stati dei notevoli passi avanti con il nuovo percorso FIT, si legge sul comunicato del coordinamento studentesco, vogliamo chiarezza su alcuni punti, a partire dai 24 CFU necessari per accedere al concorso, di cui non sono stati definiti i settori scientifico-disciplinari, lasciando nella totale incertezza decine di migliaia di persone, e per i quali rischiano di svilupparsi veri e propri business per università ed enti privati, come abbiamo già denunciato nelle scorse settimane”.
Link, insieme a FLC-CGIL, ADI e ADAM hanno già un piano di modifica del FIT: prima di tutto si chiede l’aumento della retribuzione per i primi due anni, che attualmente è troppo esigua per garantire una reale emancipazione del tirocinante dal nucleo familiare (400 euro mensili).
Poi per quanto riguarda i 24 CFU, si sottolinea la gratuità da parte delle università per gli studenti iscritti, per i neo-laureati magistrali, i dottorandi e gli assegnisti di ricerca. Inoltre, “chiediamo l’accesso ai benefici del diritto allo studio per i tirocinanti, nonché rimborsi spese per chi sarà costretto a seguire i corsi in un’altra città. Crediamo inoltre che per garantire una reale tutela dei diritti dei tirocinanti vi sia la necessità di inserire una rappresentanza dei corsisti anche nella Conferenza Nazionale e nel Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari”.
Ricordiamo che ancora non è stato pubblicato alcun decreto che indichi realmente nel dettaglio le modalità di svolgimento.
Nel frattempo, possiamo ricordare che il nuovo “concorsone” pubblico prevederà due scritti (tre per il sostegno) e un orale. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio (FIT), con una retribuzione crescente che parte fin dal periodo della formazione.
Le docenti e i docenti vengono valutati per tutta la durata del percorso. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio. Alla fine del triennio, se la valutazione è positiva, vengono immessi in ruolo. Il primo concorso della nuova era è previsto nel 2018.
{loadposition carta-docente}
{loadposition facebook}
Bocciare uno studente a seguito di gravi insufficienze è lecito, soprattutto dopo che il giovane…
Dal 12 novembre scorso sono aperre le iscrizioni alle Rilevazioni Nazionali degli apprendimenti per l’anno…
La Federazione Gilda Unams, come riporta un comunicato, non ha sottoscritto la preintesa sull’integrazione ai…
Una questione contorta: uno studente dalla brillante carriera scolastica non è stato ammesso alla maturità…
Da qualche giorno è stato dato ufficialmente il via al secondo concorso Pnrr per diventare insegnante…
Riccardo aveva solo otto anni, metà dei quali trascorsi a combattere contro un tumore alla…