Una volta a settimana Flavio Insinna risponderà (in video) ai lettori de ‘La Stampa’. Il 20 novembre Insinna ha risposto ad una maestra Quota96, la quale ha scritto la seguente mail
“Matteo buongiorno, sono la tanto nominata “nonnina” di 64 anni #Quota96scuola,ormai Quota102. Premetto che scrivo dandoti del tu perchè hai l’età dei miei figli più grandi ed anche perchè ti sento più “vicino”. Matteo non voglio più ripetere la nostra cronostoria che riguarda “l’errore” della Fornero, i diritti acquisiti etc etc..ma voglio soltanto e brevemente farti capire quanto sia penoso, mortificante e “dannoso” alla nostra salute fisica e psichica questo nostro lavoro di insegnante, all’età di 60 anni e oltre, ben oltre. Ti parlerò in particolare degli insegnanti della Scuola dell’Infanzia( ci sono anche uomini che insegnano nell’Infanzia).
I nostri bambini hanno un’età che va dai 3 ai 6 anni. Molti non sono autonomi, altri hanno “difficoltà” di varia natura e non c’è l’insegnante di sostegno o l’assistente alla persona. Le sezioni sono numerose ; superano il numero di 20 pur avendo bambini disabili. In assenza di un collega, i bambini vengono “smistati” in altre sezioni con grossi e gravi disagi sia per l’insegnante che per i piccoli. Il materiale ludico-didattico è scarso, anzi quasi niente. Non voglio dilungarmi, se sarà necessario riscriverò ancora continuando il lungo elenco di “disagi“. Voglio soltanto dirti che insegnare , con una salute molto ma molto precaria, nella Scuola dell’Infanzia dove bisogna stare sempre vigili, bisogna essere efficienti al 100%, dove si deve dare continua assistenza durante l’uso dei servizi igienici, durante l’ora della mensa, non è cosa facile in special modo con 25-30 bambini.
Se vuoi posso anche inviarti la nostra giornata tipo e, nello specifico, ogni “ comportamento “per poter svolgere al meglio le nostre attività ludico-didattiche. Matteo, sappi che la nostra è una Scuola a tutti gli effetti, e, piegarsi su un bambino per aiutarlo nella prensione della matita, sedersi vicino a lui per potergli far capire meglio come “colorare senza uscire fuori dallo spazio” o fare “tracciati” in linea retta od obliqua seguendo i tratteggi, non è cosa facile quando si hanno problemi di salute. Matteo, e concludo per il momento,vogliamo essere i nonni dei nostri nipotini, vogliamo riprenderci quello che abbiamo dato senza avere mai un ritorno, ma mai chiesto perchè lavoriamo con passione, vogliamo goderci quello che ci rimane della vita. Sono una illusa sperando che mi risponderai ma dandomi risposte non fantasiose? Buona giornata“.
Ecco la risposta dell’attore (clicca qui)
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