Categorie: Politica scolastica

Flc-Cgil: caro Renzi, il confronto va fatto sul merito e sul serio. La mobilitazione continua

“Se Renzi vuole aprire realmente il confronto con chi nella scuola vive, deve essere disponibile a cambiare radicalmente il disegno di legge. Il confronto lo chiediamo sul merito e sul serio, non con i tweet”. A dirlo è la Flc-Cgil, dopo le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio sul ddl di riforma.

“Deve essere chiaro a lui e al Governo che non ci accontentiamo di semplici aggiustamenti a un disegno di legge inaccettabile e autoritario che colpisce la dignità, i diritti e la libertà di docenti, Ata e studenti senza migliorare la qualità della scuola pubblica”.

Il sindacato Confederale, inoltre, sostiene che “lo sciopero del 5 Maggio ha confermato che sul merito della brutta scuola non c’è consenso. Renzi se ne faccia una ragione, non servono le sue lezioni con lavagna e gessetti!”.

E ancora: “in questi giorni cresce e si allarga la mobilitazione e tutti i tentativi del Governo di dividere il fronte della protesta sono falliti.  Le proposte delle organizzazioni sindacali sono chiare e precise su precari, dirigenti scolastici, difesa della contrattazione e rinnovo del contratto nazionale”.

 

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Poi la conferma dello stato di mobilitazione: “in assenza di risposte concrete le lotte continueranno a partire dai presìdi a Montecitorio e in tutta Italia del 18, 19 e 20 maggio. Non escludiamo nulla compresi ulteriori scioperi e non ci faremo intimidire da nessuno. Discuteremo con il personale della scuola, con gli studenti e le famiglie dell’andamento del confronto e su come proseguire le lotte, ricercando sempre il massimo consenso.  La nostra gente – conclude la Flc-Cgil – ci chiede unità, ma anche coerenza, non molliamo perché sono in gioco la scuola della Costituzione e la democrazia”.

Per la Flc-Cgil, quindi, rimane quindi in piedi anche l’idea di aderire al blocco degli scrutini. Creando, in tal caso, una bella grana per il Governo e per il Parlamento chiamato ad approvare la riforma proprio in quei giorni di fine anno scolastico.

 

 

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Alessandro Giuliani

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