Politica scolastica

Flc-Cgil e Cgil: nessun dissenso sulla regionalizzazione, c’è accordo sul federalismo cooperativo

Con un comunicato diffuso poche ore fa anche attraverso il proprio sito, la Flc-Cgil fornisce un proprio chiarimento rispetto ad un nostro articolo pubblicato nella serata del 3 maggio.
Oggetto del “contendere” è l’intepretazione da noi data ad una nota interna della Confederazione Cgil che abbiamo allegata alla nostra notizia e che riproponiamo qui in modo da consentire ai lettori di formarsi una propria opinione sulla questione.
Di seguito il comunicato-chiarimento pubblicato nel sito della Flc-Cgil.
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La Cgil e la Flc-Cgil sono inequivocabilmente contro l’autonomia differenziata del governo. La diffusione di interpretazioni  infondate diverse da questa verità sono fandonie.

Apprendiamo da una notizia riportata sul sito di La Tecnica della Scuola di una CGIL che avrebbe smentito la FLC CGIL sulla campagna contro l’autonomia differenziata, trovando in una nota interna della Confederazione affermazioni che supporterebbero tale “smentita”. Segue anche un “primo commento” del segretario Unicobas che, qualificandosi come socialista libertario di contro ai comunisti della CGIL, spiega come la CGIL abbia commissariato la FLC CGIL dando via libera alla regionalizzazione.

Innanzitutto la verità: la CGIL e la FLC CGIL insieme sono decisamente e inequivocabilmente contrarie al disegno di autonomia differenziata portata avanti da questo governo.
Si tratta di un progetto scellerato che va immediatamente bloccato, come abbiamo ribadito anche in occasione del confronto con il Premier Giuseppe Conte che si è tenuto a Palazzo Chigi il 24 aprile scorso.
Al contrario, il federalismo cooperativo a cui fa riferimento la nota è cosa ben diversa dal progetto di autonomia differenziata portata avanti da questo governo. Non è un caso che nella nota si ribadisca come la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) in materia di diritti civili e sociali da parte dello Stato, insieme alla definizione di una cornice normativa unitaria, permettano di superare i divari già esistenti che invece l’autonomia perseguita dal Governo tende ad aumentare.
Secondo il dettato costituzionale, la Repubblica è una e indivisibile e non la si può sostituire con uno stato frammentato, non coeso e non solidale più di quanto le misure di austerità della politica non abbiano già fatto e non stiano tuttora facendo.
Tale posizione è stata scritta in una prosa chiara e cristallina dal Comitato Direttivo Nazionale FLC CGIL, riunito venerdì 3 maggio a Roma al Centro congressi Frentani, in un ODG approvato a larghissima maggioranza con il quale il Comitato Direttivo ribadisce la necessità che non venga lasciato aperto nessuno spazio all’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia a nessuna Regione del nostro Paese.
L’ODG del Comitato Direttivo considera perciò fondamentale continuare a diffondere l’allarme sui gravi rischi che corre l’unità sostanziale del nostro Paese e rilanciare con forza l’iniziativa – di CGIL e FLC CGIL – contro la regionalizzazione del sistema di istruzione a partire dalla raccolta delle firme da consegnare ai presidenti di Camera e Senato il prossimo 4 giugno, dall’appello promosso e dalla messa in campo di tutte le mobilitazioni necessarie per fermare il processo di regionalizzazione dell’istruzione.
Con il Governo ce la vedremo nelle sedi istituzionali, nelle piazze, nelle tante iniziative annunciate in quella nota interna che i soggetti surrichiamati occultano bellamente – essendo il loro scopo unicamente quello di screditare ma non di informare – che noi invece riportiamo per conoscenza: informazione e confronto tra il 21 e il 24 maggio 2019 in luoghi simbolici del Paese – scuole, università, centri sanitari – per evidenziare le criticità già oggi esistenti fra i territori in materia di diritti sociali quali l’istruzione, campagna nazionale sui social media, volantino confederale da diffondere in tutto il Paese, nuova richiesta di incontro con i Gruppi parlamentari e con i Presidenti delle Camere, nonché nei territori con i gruppi consiliari regionali.

Redazione

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