Proteste della Flc-Cgil per i bandi di concorso a cattedre pubblicati il 25 febbraio nella Gazzetta Ufficiale.
Molte le critiche del sindacato di Pantaleo, riassumibili forse in un punto fondamentale: il Miur dato il via all’intera procedura concorsuale “senza il confronto con il sindacato”, mentre il bando “mortifica il lavoro, le professionalità, la dignità di chi insegna nella scuola da anni”.
Ma c’è anche una questione di merito (“Il bando ripropone un modello di esame scritto molto discutibile”) che non si comprende del tutto, dal momento che nel parere che il CSPI ha adottato a fine gennaio non si parla di questo (e nel CSPI la FLC è presente con ben 9 membri).
Per la verità il CSPI aveva evidenziato che “emerge un aspetto prevalentemente nozionistico delle prove che andrebbero riequilibrate a favore di competenze didattiche, metodologiche, relazionali richieste ad un docente”.
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Il bando sembra aver recepito l’osservazione, dal momento che parla di “accertamento delle conoscenze e competenze didattico-metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento”
Secondo la Flc le “falle” del concorso (“riguarderà solo i docenti interessati al turnover e non garantirà il posto per tutti, lasciando molti di loro senza lavoro”) si coniugano con “l’impianto autoritario della legge 107 del 2015 che con la chiamata diretta da parte dei dirigenti mette in discussione la libertà d’insegnamento e le competenze dei docenti immessi in ruolo”.
Non manca infine un atto d’accusa esplicito nei confronti delle politiche scolastiche del Governo: “Abbiamo avanzato proposte di buon senso che non sono state recepite dal governo Renzi, perché l’intento di quest’ultimo rimane quello di vanificare i diritti acquisiti dai precari e riconosciuti dalla direttiva europea”
“L’obiettivo – conclude il sindacato di Pantaleo – rimane la definizione di un piano pluriennale di stabilizzazioni che, sulla scia della direttiva europea, riconosca i diritti acquisiti mediante la reiterazione dei contratti e restituisca ai docenti della scuola dell’infanzia ciò che è stato loro tolto nel piano di assunzioni”.
E così anche per la Flc-Cgil la strada da percorrere è quella dei ricorsi e della abrogazione degli articoli della legge 107 che più di altri incidono sulle norme che regolano il rapporto di lavoro dei docenti (albi territoriali, chiamata diretta e valutazione del “merito”).
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