In merito al “decreto semplificazioni” la Flc-Cgil non ha alcun dubbio: gli articoli dedicati a scuola e università vanno riscritti, qualche comma va cancellato e bisogna inserire disposizioni nuove.
Per esempio va aggiunto un articolo 55bis per precisare che “è fissato al 31 dicembre 2014 il termine di adeguamento dei contratti collettivi integrativi di cui all’art. 65, comma 1, Dlgs 150/2009”: si tratta di una norma che, secondo il sindacato di Mimmo Pantaleo, dovrebbe servire a depotenziare il contenzioso in materia di contrattazione integrativa (sia nazionale che di istituto) che va ormai avanti da almeno due anni. Se l’adeguamento dei contratti integrativi venisse rinviato al 2014, la contrattazione di scuola potrebbe tranquillamente continuare a svolgersi su tutte le materie previste dall’articolo 6 del contratto nazionale.
Di notevole interesse è soprattutto la proposta di formalizzare la costituzione delle “Associazioni di scuole autonome” facendole diventare addirittura enti di diritto pubblico che possano dare rappresentanza alle autonomie scolastiche.
“Tali Associazioni – recita la disposizione di legge proposta dalla Flc – esprimono, attraverso le articolazioni territoriali, pareri obbligatori su ogni materia afferente la vita delle istituzioni scolastiche quali il dimensionamento, gli organici, l’edilizia scolastica, i finanziamenti”.
Sugli organici funzionali la Flc-Cgil è ovviamente più che d’accordo ma chiede la modifica del testo del decreto nella parte che prevede l’invarianza di spesa.
La spiegazione è ovvia: “Non si può potenziare l’autonomia – scrive la Flc – attraverso la costituzione di organici funzionali senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
E poi c’è anche la richiesta di sopprimere il comma 2 dell’articolo 51 relativo ai compiti dell’Invalsi e alla “obbligatorietà” delle prove.
Secondo la Flc, infatti, “non si può, in assenza di rinnovo del Ccnl, introdurre per legge ulteriori carichi di lavoro per il personale della scuola senza, peraltro, stanziare risorse aggiuntive”.
Il decreto è ora all’esame delle commissioni parlamentari.
Vedremo se, e in quale misura, deputati e senatori vorranno tenere conto delle richieste della Cgil.
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