La segretaria della Flc-Cgil di Catania, Cettina Brunetto, facendo riferimento a un intervento sul quotidiano La Sicilia, a firma dalla dirigente del sindacato Giovanna Nastasi, che aveva denunciato il perdurare dei contagi a scuola, senza che il Governo Nazionale e Regionale abbiano preso misure adeguate di profilassi, nonostante “la categoria degli insegnanti e del personale Ata conti il maggior numero di lavoratori vaccinati”, ma continuando a chiedere “solo sacrifici e solo in un’unica direzione”, considerato pure che “il controllo attraverso il “green pass” da solo non è sufficiente, se non si mettono in atto ulteriori misure di tracciamento serio anche attraverso l’utilizzo di test salivari”, sottolinea la mancata risoluzione degli altri gravosi problemi presenti da decenni nella città etnea.
In modo particolare, dichiara Cettina Brunetto, “non sono stati risolti né problemi strutturali, né di sicurezza per studenti e lavoratori. Nulla è stato fatto per mettere a norma le aule con i sistemi di aerazione, di fatto si deve stare con le finestre aperte anche d’inverno come nel precedente anno scolastico; nulla è stato fatto per trovare locali dismessi e cambiarne la destinazione d’uso; Il distanziamento non esiste poiché ancora sono presenti molte classi sovraffollate che già in condizioni normali rappresentano una grossa criticità e ancora aspettiamo conferma del prolungamento dei contratti dell’organico Covid fino alla fine dell’anno scolastico”.
“Al governo regionale chiediamo, prima di tutto, un efficace e periodico sistema di tracciamento capillare attraverso i tamponi salivari settimanali per gli studenti e per tutto il personale scolastico, al fine di intercettare da subito gli asintomatici. Di primaria importanza la riduzione del numero degli alunni per classe e un adeguamento dell’organico sia docente che ATA”.
L’assessorato regionale all’istruzione per suo conto, invece di acquistare aratori per le scuole intende affittarli, con notevoli spese ma senza averne riscontro duraturo, mentre per le cosiddette “classi pollaio”, l’assessore al ramo ha dichiarato che non dipendono dalla Regione siciliana ma “dallo Stato che lo scorso anno ha speso quasi due miliardi per i banchi nuovi” e “Nessuno può pensare che si possono costruire scuole in un anno”. Che è un dato tecnico vero, anche se le carenze strutturali legate all’edilizia scolastica in Sicilia durano da decenni e già decenni prima si poteva pensare a risolvere la problematica, mentre la città di Catania si allaga e fiumi di acqua, dal vulcano, scendono sulle vie cittadine travolgendo e lasciando macerie.