Il voto del Senato sulla spending review scatena le reazioni sindacali.
Durissima la Flc-Cgil che preannuncia “un autunno caldissimo”.
“Il maxiemendamento al provvedimento sulla spesa pubblica su cui il Governo ha ottenuto la fiducia al Senato – afferma il segretario Mimmo Pantaleo – peggiora le condizioni di lavoro nei comparti della conoscenza, taglia ulteriori risorse agli istituti di ricerca pubblici, alle scuole e alle università, assesta un durissimo colpo alla contrattazione, licenzia migliaia di precari, colpisce duramente il diritto allo studio attraverso l’aumento delle tasse universitarie”.
E c’è anche amarezza e disappunto per il mancato accoglimento di alcune proposte di modifica che forse non sarebbero costate neppure molto: “Nulla di fatto – sottolinea Pantaleo – nemmeno sull’assurdo divieto di pagare le ferie ai supplenti della scuola”.
Ed è proprio su questo punto che la Flc intende dare battaglia anche nelle aule dei tribunali: “Siamo pronti a promuovere migliaia di ricorsi”.
Per non parlare della conversione in Ata del personale docente inidoeo che viene definita dalla Flc “indecente”.
“La misura è colma – conclude Pantaleo – e contro il Governo Monti metteremo in campo un durissimo conflitto sociale. Non è più rinviabile lo sciopero generale di tutti i lavoratori pubblici e privati”.
Per intanto per il 28 settembre il la Cgil e la Uil hanno già indetto uno sciopero di tutto il pubblico impiego che riguarderà ovviamente anche la scuola.
Pur contestando nettamente le misure sulla scuola, la Cisl si discosta dalla linea Cgil-Uil e chiarisce che non intende proclamare sciopero ma piuttosto promuovere ogni possibile forma di confronto per indurre il Governo a contenere in qualche modo le conseguenze delle norme appena approvate dal Senato.
Sul piano politico la presa di posizione della Flc è l’ennesima conferma del fatto che i rapporti fra la massima confederazione sindacale d’Italia e il Partito democratico si stanno facendo sempre più difficili.
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