“La scuola ha subìto tagli su tagli e ora non ne può più”. Con questo slogan, venerdì 11 maggio la Flc-Cgil ha dato appuntamento al personale della scuola, ma anche agli studente e alle famiglie davanti al ministero dell’Istruzione: a partire dalle 10,30, lungo viale Trastevere, il sindacato confederale promette che saranno presenti anche “dirigenti scolastici e direttori amministrativi che non ce la fanno più a far quadrare bilanci vuoti”.
Tutti insieme organizzeranno un presidio che, secondo gli organizzatori, servirà anche a chiedere a politici e amministratori del Miur di attuare delle soluzioni per mettere il comparto dell’istruzione “in condizione di riprendersi”.
Al presidio parteciperanno tutte le figure professionali della scuola: “gli assistenti amministrativi – si legge nel sito della Flc-Cgil – che non ne possono più di molestie burocratiche e carichi di lavoro ingestibili, gli assistenti tecnici che non ne possono più di laboratori obsoleti o inesistenti, i collaboratori scolastici che non ne possono più di dividersi tra pulizie, assistenza ai disabili, accoglienza, i docenti che non ne possono più di aule affollate, di collette per l’offerta formativa, di non sapere dove sarà la loro scuola”.
Uno dei provvedimenti più contestati sarà sicuramente l’applicazione della “Spending review”, che secondo alcune fonti potrebbe togliere alla scuola pubblica una cifra non lontana da un miliardo di euro complessivi.
Una manovra di questa portata in un altro periodo, soprattutto ad inizio anno scolastico, avrebbe probabilmente convinto la Flc-Cgil anche a far incrociare le braccia al personale. Solo che ad una manciata di settimane dalla fine dell’anno scolastico, i rischi di andare incontro ad uno "sciopericchio". Con un risultato non troppo diverso da quello incamerato in questi giorni dai Cobas con gli scioperi organizzati per boicottare i test Invalsi: le adesioni alla protesta del sindacato di base non hanno superato un punto percentuale. Meglio allora accontentarsi di un presidio. Soprattutto se allargato a tutte le componenti scolastiche.
Una manovra di questa portata in un altro periodo, soprattutto ad inizio anno scolastico, avrebbe probabilmente convinto la Flc-Cgil anche a far incrociare le braccia al personale. Solo che ad una manciata di settimane dalla fine dell’anno scolastico, i rischi di andare incontro ad uno "sciopericchio". Con un risultato non troppo diverso da quello incamerato in questi giorni dai Cobas con gli scioperi organizzati per boicottare i test Invalsi: le adesioni alla protesta del sindacato di base non hanno superato un punto percentuale. Meglio allora accontentarsi di un presidio. Soprattutto se allargato a tutte le componenti scolastiche.
"Il Governo – ha denunciato Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil – sta per varare nuovi tagli sulla scuola. Questa volta l’affondo sarebbe sulle spese di funzionamento e delle segreterie che verrebbero gestite ‘a mezzo’ tra più istituti. Il risparmio annunciato sarebbe di circa un miliardo di euro. È una strada sbagliata. Nella scuola non c’è più niente da risparmiare".
Il sindacato però ammette anche che nella scuola vi sarebbero effettivamente “sprechi e disfunzioni”. Ed anche delle soluzioni, da individuare, per “creare le condizioni per un migliore funzionamento. Per questo non c’è da tagliare, ma fare 10 semplici cose, subito e a costo quasi zero. La scuola vuole vivere e non sopravvivere. La scuola non è un costo, è un’opportunità – conclude il sindacato – per le persone e per il paese”.