Vista l’inerzia del Ministero dell’Istruzione sulle strategie di ripresa di una didattica inclusiva che torni coinvolgere tutti gli studenti, vista la mancanza di relazioni sindacali lamentata da tutti i sindacati firmatari del CCNL scuola, nasce l’iniziativa della FLC CGIL di presentare alla stampa il “Manifesto per una didattica inclusiva”.
Il 17 aprile 2020, in videoconferenza condotta da Graziamaria Pistorino della Segreteria della FLC CGIL, alla presenza di relatori del mondo accademico e della cultura e di alcuni giornalisti, la FLC CGIL Nazionale ha presentato un interessante Manifesto socio-culturale sulla didattica inclusiva, in cui emerge con chiarezza che la didattica a distanza è uno strumento d’emergenza che non può sostituire il rapporto educativo. Per rivendicare il valore della didattica sono intervenuti pedagogisti, docimologi, filosofi e insegnanti impegnati in prima linea in questa fase straordinaria.
Il Manifesto firmato, ci ha spiegato Francesco Sinopoli della Flc Cgil, verrà consegnato al Ministro dell’istruzione, auspicando una rinnovata attenzione all’insostituibile rapporto educativo realizzato a scuola.
Tra i vari interventi, in cui sono stati toccate alcune criticità della didattica a distanza, ma anche l’aspetto della necessità di affrontare la modernità dell’utilizzo didattico dei mezzi informatici, si è parlato del fallimento del modello della scuola “Azienda”, il prof. Massimo Baldacci ha voluto sottolineare che in questa esperienza di assoluta emergenza sono stati i docenti, con la loro etica della responsabilità a sostenere la scuola, perché la scuola “Azienda” non è stata pronta a dare risposte. Questa esperienza ha creato le condizioni, spiega il prof. Baldacci, per valorizzare il ruolo docente, liberarsi dei gioghi burocratici e fare tornare al centro il senso di comunità democratica con il ruolo collegiale.
È intervenuto anche il Presidente del CIDI, il Prof. Beppe Bagni, spiegando che la didattica a distanza ha le sue fragilità e che la comunicazione non verbale non può passare per uno schermo. La scuola senza scuola, sottolinea Bagni, si fa male e non è vera scuola. La Dad, conclude il Presidente del Cidi, non può essere la norma e l’ordinarietà e non è nemmeno innovazione, l’assenza di scuola, chiude il suo intervento il prof Bagni, ha fatto comprendere l’importanza della scuola. Il Presidente nazionale di Proteo Fare Sapere Dario Missaglia parla della necessità dell’apertura di una fase nuova, del bisogno di una riflessione sociale per aprire nuovi orizzonti anche nell’immediato. Missaglia specifica che la scuola deve misurarsi, come ha sempre fatto in passato, con la modernità. Il Presidente di Proteo ha voluto sottolineare l’assenza del Governo e della Ministra Azzolina sull’Infanzia, dicendo che è fondamentale trovare gli spazi, progettare servizi che facciano riprendere prima dell’estate la scuola dell’infanzia.
Francesco Sinopoli, Segretario Nazionale della FLC CGIL, ha spiegato lo scopo dell’iniziativa di questo Manifesto per una didattica inclusiva. La didattica a distanza mostra qui il suo limite: non può sostituire l’autentico rapporto educativo, quello fatto innanzitutto di presenza. Ed è una modalità che, come andiamo ripetendo dall’inizio di questa situazione emergenziale, accentua le differenze e penalizza i soggetti più deboli. È da intendersi dunque, essa stessa come emergenziale, perché mai potrà sostituire la relazione educativa che si stabilisce in classe. Ma proprio a partire dalla confermata insostituibilità della scuola in presenza si può prendere spunto per rimettere al centro l’insegnamento, le sue modalità e i bisogni di apprendimento delle nuove generazioni.
Infine, il Segretario generale della FLC CGIL, Francesco Sinopoli, ha dichiarato: “Chiediamo a pedagogisti, psicologi, docimologi, filosofi, ma soprattutto agli insegnanti e ai genitori di sottoscrivere il nostro Manifesto perché la didattica continui ad appartenere alla importante elaborazione scientifica e culturale che ha prestigiose radici e ramificazioni nel nostro Paese e non si trasformi in occasione di proficue operazioni di mercato e in sempre più marcata condizione di diseguaglianza”.
Alla domanda de La Tecnica della Scuola, in cui si chiedeva se c’era il rischio che venissero meno le giuste risorse finanziarie per fare ripartire la scuola, per valorizzare il grande impegno mostrato dai docenti e per arrivare anche ad un rinnovo contrattuale dignitoso, e che tali risorse potessero essere rivolte, in modo interessato, soltanto alla didattica a distanza, il Segretario Generale della FLC CGIL ha risposto che il rischio che ci interessi di mercato è enorme e che questi interessi condizionino la politica non è da escludere, Bisogna scegliere un’altra strada, conclude Sinopoli, investire risorse sulla ripartenza, tornare in classe in piena sicurezza ed evitare che tali risorse possano essere orientate in altre direzioni. Lo stato di eccezione, chiude il leader della FLC CGIL, non farà arretrare le nostre forme di dissenso e ci vedrà esposti in prima linea per difendere la scuola della democrazia e della Costituzione.
Alla domanda del giornalista de La Repubblica, sulla situazione dei bandi del concorso ordinario e straordinario e sulle relazioni che la Ministra Azzolina ha con i sindacati su questo importante punto, Sinopoli ha spiegato che oggi c’è stato un incontro al Miur che non ha visto la presenza dei Segretari Generali dei Sindacati, in quanto i rapporti con il Ministro non sono di confronto, ma solamente informativi. La partecipazione all’incontro di informativa sindacale sui bandi di concorso è stata funzionale solo a formalizzare la richiesta di invio dei testi predisposti dal Ministero. Questo perché quello che avrebbe dovuto tenersi oggi e che avevamo richiesto unitariamente, era un confronto politico nel merito della gestione dei concorsi”. Sinopoli sui concorsi ha aggiunto: “Siamo convinti e ribadiamo che la strada intrapresa dal Ministero è sbagliata, non consente la copertura delle cattedre e produrrà un aumento esponenziale delle supplenze. La nostra richiesta invece, è una misura ponderata e lungimirante: coprire le migliaia di cattedre vacanti con una procedura per titoli per poi procedere alla formazione abilitante e successivamente alla valutazione prima di dare la conferma nel ruolo. Una scelta, aggiunge il dirigente sindacale, che è quanto di più distante possa esistere da una ‘sanatoria’, come irrispettosamente la definiscono diversi esponenti della maggioranza, in quanto punta sulla formazione pedagogico didattica e non bypassa la selezione, ma la ricolloca al termine del percorso di prova e formazione, per farla più seriamente e con maggiore contezza di quanto non possa fare il quiz. Non bisogna dimenticare che i supplenti di cui si mette in dubbio la professionalità sono i medesimi che stanno insegnando da anni nelle classi e che oggi sono in prima linea anche nella didattica a distanza. “La scelta di questo Ministero di procedere senza confronto ricadrà sull’intero governo e sulle forze politiche che lo sostengono, ecco perché, conclude Sinopoli, al presidente Conte e alla maggioranza chiediamo scelte meno demagogiche e più utili per il bene della scuola”.
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