La Flc-Cgil non firmerà il contratto sugli scatti stipendiali: lo ribadisce il segretario nazionale Mimmo Pantaleo che spiega così la decisione del sindacato: “Dalla nostra autonoma consultazione, in oltre 2100 assemblee coinvolgenti tutte le scuole del Paese, l’85% del personale ha detto no alla preintesa sottoscritta dagli altri Sindacati il 12 dicembre 2012”.
“Si tratta – aggiunge Pantaleo – di una grande prova di democrazia che sollecita a consultare sempre i lavoratori su ogni intesa. Il voto del 24 e 25 febbraio parla anche alle organizzazioni sindacali e per la Flc l’esercizio della democrazia diretta rappresenta la condizione necessaria per rispondere al peggioramento delle condizioni di lavoro e alla disperazione sociale”.
Per Pantaleo dalla consultazione emerge in modo netto e chiaro il rifiuto dello scambio fra MOF e scatti di anzianità, “scambio inaccettabile perché penalizza la contrattazione integrativa e di fatto impone la prestazione gratuita di una serie di attività svolte a favore degli alunni”.
“Forte è ora il rischio – aggiunge ancora la Flc – che le contrattazioni di scuola siano stravolte e soggette ad interpretazioni arbitrarie”.
Pantaleo coglie anche l’occasione per intervenire sulla questione più generale dei contratti e denuncia: “Il Governo Monti intende attuare un ulteriore blocco dei contratti, degli stipendi, del ripristino degli scatti e rinviare al 2015-2017 il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale: a fronte di ciò l’intesa pone le premesse per dividere di nuovo i lavoratori e per riproporre la contrapposizione fra scatti (a partire da quelli maturati e non pagati nel 2012) e MOF”.
La sottoscrizione definitiva del contratto sugli scatti stipendiali è prevista per mercoledì 12 marzo; se non ci saranno ulteriori intoppi nei giorni successivi il Mef dovrebbe autorizzare l’aggiornamento degli stipendi e il pagamento degli arretrati.
Ad aprile dovrebbe quindi concludersi una vicenda protrattasi per mesi e mesi.
Contestualmente nelle scuole si dovrebbero sottoscrivere i contratti di istituto che quest’anno dovranno però fare i conti con risorse ridotte di un buon 40% nei circoli didattici e nei comprensivi e del 10-15% nelle scuole superiori.