Riceviamo e pubblichiamo nota stampa della Flc Cgil:
Ci risiamo: questa settimana saranno somministrate le prove INVALSI per la rilevazione annuale degli apprendimenti. Le prove giungono dopo un anno denso di avvenimenti. Innanzitutto ricordiamo che nel maggio 2015 la partecipazione alle prove è stata più bassa degli anni passati, tanto che in alcune regioni, soprattutto per la secondaria di II grado, i dati appaiono, di fatto, poco attendibili. Nel mese di luglio è stata approvata la legge 107/15 che accentua il carattere burocratico, sanzionatorio e sostanzialmente autoritario dell’intero sistema nazionale di valutazione. Nel mese di novembre sono stati pubblicati i Rapporti di autovalutazione (RAV) sul portale “Scuola in chiaro”. In quell’occasione abbiamo denunciato la scelta del MIUR di orientare il sistema di valutazione verso una deriva classificatoria attraverso l’utilizzo discrezionale dei risultati. In particolare la pubblicazione dei dati delle classi sottoposte alle annuali rilevazioni consentiva di risalire ai nomi dei singoli docenti di italiano o matematica che operavano nelle classi interessate dalle rilevazioni e, quindi, di trarre indebite valutazioni sul loro operato. Contro questo comportamento irresponsabile abbiamo presentato ricorso al garante della privacy. Le critiche a livello internazionale sull’utilità e sull’utilizzo delle prove standardizzate sono sempre più forti, sia in campo scientifico che politico. Basti pensare alla netta presa di posizione sull’argomento del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama nell’ottobre 2015.
Anche alla luce di questi avvenimenti, chiediamo di:
- superare il carattere censuario delle prove INVALSI previste all’interno del percorso scolastico. In questo senso la sospensione delle loro somministrazione per un arco di tempo predeterminato, appare, in questa fase, la soluzione più efficace
- eliminare la prova nazionale all’interno degli esami di stato al termine del primo ciclo
- bloccare il percorso che sta conducendo inesorabilmente l’INVALSI a diventare un mero “testificio” e di orientarne la mission verso la ricerca e la messa in campo di processi e pratiche valutative in collaborazione con le istituzioni del sistema educativo nazionale.
È tempo, dunque, di cambiare pagina!