Didattica

Flc-Cgil: ripensare la questione dell’alternanza scuola lavoro

La FLC CGIL, attraverso un comunicato, esprime il proprio disappunto  per il modello di scuola, fin qui indicato, che serve in posizione ancillare all’impresa.

“Dall’idea (profondamente errata) che la scuola non prepara al lavoro, l’elaborazione cultural-demagogica di una recente impostazione liberista delle riforme scolastiche ha immaginato una scuola che formi esclusivamente il lavoratore, non considerato in una valenza globale come soggetto sociale, ma proprio come manovalanza, come operatore specializzato per le attività produttive necessarie all’impresa”.

Competenze professionali in continua evoluzione

Dunque per il sindacato, considerato pure che sempre più rapidamente le competenze professionali diventano obsolete a fronte di uno sviluppo tecnologico in continua trasformazione, è necessario che la scuola formi le intelligenze, menti capaci di elaborare il presente e progettare il futuro.

Per cui, dice la Flc-Cgil,  “il rapporto tra ambiente scolastico e lavorativo dovrebbe comunque essere incardinato all’interno di un impianto culturale che tenga ben presenti le finalità educative che la Costituzione assegna alla Scuola.

Sforzo orario ma con compensi non adeguati

“Rispetto all’Alternanza scuola lavoro i PTCO hanno il merito di non costringere più le scuole a un elevato e forzato monte orario, ma da quella esperienza non si è compreso che il rapporto tra scuola e lavoro è una metodologia didattica da lasciare alla concreta elaborazione delle istituzioni scolastiche, da adattare alla crescita del gruppo classe, inserendolo nelle possibilità offerte dal curriculo. Peraltro, benché tali percorsi assegnino maggiori responsabilità ai consigli di classe, tali responsabilità con i conseguenti carichi di lavoro non sono proporzionalmente retribuite.

I prof non sono ascoltati

Ancora una volta non si è data voce ai professionisti dell’istruzione, non si sono ascoltati i lavoratori della scuola. Ecco perché – ribadisce Flc-Cgil-  in questa complicata fase istituzionale, ci potrebbe essere l’occasione di fermarsi e riflettere su uno strumento che non rappresenta una attività circoscritta o marginale, ma una impostazione che coinvolge per intero l’idea di scuola, di lavoro, di cittadinanza.

Pasquale Almirante

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