Il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, durante il direttivo regionale dell’organizzazione che si è tenuto a Palermo, ha ribadito quanto tutte le organizzazioni sindacali di categoria hanno affermato, proclamando lo stato di agitazione e convocando un flash mob per il 18 dicembre davanti la sede del Miur.
Legge di bilancio non piace ai sindacati
“La legge di bilancio che la maggioranza si appresta ad approvare definitivamente non ci piace perché stanzia poche risorse per la scuola, penalizza i docenti meridionali neo immessi in ruolo con i prossimi concorsi e prolunga il calvario dei lavoratori ex co.co.co.”.
“Come da tradizione – aggiunge – anche quest’anno la scuola si appresta a ricevere il minimo indispensabile per tirare a campare. Sono state vane le promesse del ministro Fioramonti che appena insediato aveva promesso un aumento a tre cifre degli stipendi. Mentre non è per niente sufficiente l’incremento dei posti di potenziamento nella scuola dell’infanzia e la trasformazione dei posti di sostegno in deroga in organico di diritto”.
“Resta drammatica la questione meridionale – spiega Rizza – soprattutto alla luce del vincolo quinquennale che scatterà per coloro che vinceranno i prossimi concorsi per docenti. Un elemento che non può che peggiorare la condizione dei tanti giovani del Sud costretti a lasciare la nostra regione per lavorare nella scuola”.
“Drammatica anche la condizione di alcune centinaia di lavoratori ex co.co.co. che per un altro anno ancora saranno costretti a lavorare con uno stipendio dimezzato di poco superiore ai 500 euro. Una questione che abbiamo rappresentato a tutti i politici della nostra regione, ma che nessuno ha sostenuto seriamente e fino in fondo”.
“In una situazione molto simile – continua Rizza – presto si troveranno anche i lavoratori ex Lsu della scuola. Sebbene tutti saranno presto internalizzati come collaboratori scolastici, una buona parte di essi non avrà la possibilità di avere un contratto a tempo pieno ma soltanto a tempo parziale, con tutte le criticità reddituali che ne derivano”.
“La Sicilia – conclude – continua a sprofondare, lo dicono tutte le recenti statistiche, ma nessuno forse ha ancora percepito, seriamente, la gravità della situazione in cui vertono le nuove generazioni che sicuramente devono pensare a costruire un futuro lontano dalla loro terra e dai loro affetti”.
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