Il segretario regionale della Flc-Cgil Sicilia, Adriano Rizza, alza la protesta contro la discriminazione operata nei confronti del personale Ata siciliano: “Saranno infatti 446, a fronte di 1.012 posti disponibili, i precari che dopo lunghi anni di calvario vissuti nell’incertezza avranno la fortuna di avere un lavoro stabile”.
“Scelta politica – aggiunge – assolutamente discriminante se si pensa che per il personale docente, e di questo ne siamo assolutamente lieti, è stata prevista la copertura totale dei posti disponibili in Sicilia. Per il personale Ata, invece, la percentuale delle immissioni in ruolo ammonta solo al 44%. Percentuale ancora più difficile da accettare se si pensa che i precari Atainseriti nelle graduatorie provinciali permanenti sono ben 2.514. Si tratta, in quest’ultimo caso, di lavoratori che hanno tutti i presupposti e i requisiti per essere stabilizzati definitivamente. Tale numero, peraltro, non comprende tutti i precari inseriti anche nelle graduatorie provinciali di II fascia e quelle d’istituto di III fascia, altrimenti si parlerebbe di decine di migliaia di persone”.
“Il problema è ancor più grave – spiega Rizza – in considerazione del fatto che la copertura di questi 1.012 posti disponibili, tra immissioni in ruolo e incarichi annuali, non è comunque sufficiente a garantire un avvio ordinario e in sicurezza nelle 831 istituzioni scolastiche della nostra regione. Abbiamo raccolto in queste ore numerose testimonianze di dirigenti preoccupati per la carenza soprattutto di collaboratori scolastici e assistenti amministrativi, la cui presenza è fondamentale rispettivamente per il lavoro di pulizia, manutenzione e vigilanza e per espletamento di tutte le procedure burocratiche di avvio delle attività didattiche”.
“La normativa – conclude – consente di risolvere queste criticità, con il cosiddetto adeguamento in organico di fatto, che l’Usr Sicilia ha quantificato in circa 1.200posti, sulla base delle segnalazioni che sono pervenute dalle scuole di tutta la regione. Il Miur, invece, ne haautorizzati circa 500. Inoltre non si sa ancora quando saranno assegnati alle scuole. Si presume che ciò avverrà solo a settembre, solo come posti in deroga dopo l’avvio dell’anno scolastico. Ciò determinerà due conseguenze che riteniamo gravi, ovvero che tali posti saranno disponibili solo per gli incarichi annuali e non per le assegnazioni provvisorie e che molte scuole non saranno nelle condizioni di garantire un normale avvio dell’anno scolastico”.
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