In una nota il segretario della Flc Cgil di Siracusa, Giovanni La Rosa, fa sapere che nel siracusano si perderanno 9 autonomie scolastiche e quindi il numero dei dirigenti scolastici, dei direttori generali servizi amministrativi (dsga) e del personale ata e docente.
Secondo la sua analisi questo è “un prezzo troppo alto da pagare per una provincia come quella di Siracusa. Si tratta di un taglio non sostenibile per un territorio come il nostro, complesso e fragile che esprime esigenze di presidio costante attraverso il servizio di scuola statale.
Il piano di dimensionamento delle scuole deciso dal governo nazionale – spiega – che entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico (2024/25), è l’ennesima mannaia che decimerà risorse umane ed economiche nella nostra provincia, quest’ultima già caratterizzata da situazioni di disagio sociale e lavorativo, e che rischia di compromettere la qualità dei servizi scolastici. In tal modo si accentuerebbe l’elevato indice di dispersione scolastica, già preoccupante in provincia e nella Regione”.
Il Segretario generale provinciale Giovanni La Rosa, inoltre fa presente che “la Flc Cgil di Siracusa continua a seguire con molta attenzione e molta preoccupazione la discussione sul dimensionamento, monitorando le proposte che arrivano dall’ambito territoriale cercando di proporre soluzioni alternative più sostenibili per le nostre scuole”.
“Le assemblee sindacali della Flc Cgil appena concluse su tutto il territorio della provincia, che hanno coinvolto centinaia di lavoratori del settore scuola, oltre a fare luce sul prossimo rinnovo del contratto collettivo, sulla previdenza sociale e sulle pensioni, sono state un’occasione utile per informare sul dimensionamento scolastico tutto il personale, perché non si può trattare in questo modo il futuro degli studenti e dei lavoratori della scuola e soprattutto non si possono dimensionare istituzioni scolastiche cancellandone la storia con un colpo di spugna”.
“Ci auguriamo – dice infine La Rosa – che in questo contesto la politica faccia scelte veramente razionali e non guidate da giochi di potere di cui, in questo momento, non c’è assolutamente bisogno. La politica e le amministrazioni dovrebbero invece lavorare in maniera sinergica con il sindacato e sarebbe auspicabile, se non altro, riuscire a contenere la perdita di 9 autonomie scolastiche, che rappresenterebbero ben il 14% delle attuali scuole esistenti. La scuola è l’unico strumento reale di democrazia, solo con l’istruzione si garantisce il futuro a tutte e tutti”.
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