L’esame di Stato 2021? Incardinato in una articolata burocrazia di crediti, debiti, curricula e formalità varie che nel corso di travagliate trasformazioni hanno visto anche l’estrazione di buste a sorte. Si tratta, spesso, di indicazioni contraddittorie rispetto ad una coerente idea di istruzione, che risentono per lo più di una visione della scuola ancillare rispetto al sistema economico e non protagonista della formazione sociale e umana degli studenti. Lo sostiene il sindacato Flc Cgil su un proprio comunicato.
In occasione della maturità 2021, il sindacato FlcCgil invita anche a fare una riflessione sulla valutazione alla luce del bisogno di trasformazione generato dalla pandemia e delle esigenze di rimodulazione della didattica e della stessa modalità di relazione, questioni sollecitate dallo stesso ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
Il tema non è neutro ed è variamente considerato: come “misurazione” dei contenuti appresi, delle capacità personali, delle competenze acquisite o del percorso effettuato. Tutte le diverse interpretazioni di questo momento conclusivo dell’esperienza scolastica richiamano ad altrettante, diverse, interpretazioni di cosa rappresenta l’istruzione all’interno della società. Si legge nel comunicato della Federazione.
E il comunicato rilancia il dibattito pedagogico nato in queste ultime settimane per mettere a confronto il “Manifesto per la Scuola” ideato, tra gli altri, da Massimo Recalcati, Alessandro Barbero e Gustavo Zagrebelsky, che rispolverano – secondo FlcCgil – una visione competitiva e meritocratica della scuola in cui la selezione dei migliori è operazione strategica; e il documento “Per una nuova Scuola che guarda al futuro”, progettato da autorevoli pedagogisti quali Dario Ianes, Andrea Canevaro, Cristiano Corsini, Elisabetta Nigris insieme a Dario Missaglia (Proteo Fare sapere) e Anna D’Auria (MCE), che insieme all’Associazione Gessetti Colorati, hanno messo in luce come la costruzione della conoscenza da parte dell’alunno sia un processo di natura sociale che richiede il lavoro cooperativo sia degli alunni sia degli insegnanti stessi.
La riforma degli ordinamenti scolastici riparta dai bisogni educativi di 10/15 alunni per classe
In chiusura suggerisce l’organizzazione di Francesco Sinopoli: L’esame di Stato 2021 può rappresentare l’occasione per tracciare un bilancio, affinché la scuola riparta da una complessiva riforma ordinamentale, evitando soluzioni sbrigative e a basso costo (ad esempio: nel PNRR la Riforma degli istituti tecnici e professionali è a costo zero!), aumentando la dotazione di docenti e di personale per riprogrammare la didattica in un contesto ben attrezzato, mirato sui bisogni educativi di 10/15 studenti per classe.