Sulla ormai interminabile vicenda del CCNI sulla mobilità annuale e sul rapporto fra contrattazione di istituto e funzioni dirigenziali interviene anche la Flc-Cgil con un ampio documento nel quale si addossa alla incompetenza di qualche dirigente del Dipartimento della Funzione Pubblica la responsabilità di aver creato le condizioni per la mancata firma del contratto nazionale.
Secondo il sindacato di Mimmo Pantaleo l’intero contenzioso “nasce solo perché qualche dirigente di Funzione Pubblica continua a dare una lettura sbagliata di tale decreto (il 150/09, ndr) e, soprattutto, non tenendo conto di altre norme di legge che afferiscono al funzionamento delle scuole e alle competenze dei suoi organi di gestione”.
Secondo Flc-Cgil è “inaccettabile il palese tentativo di ridimensionamento da parte del Ministero della Funzione Pubblica sia del ruolo che delle competenze del sindacato nella contrattazione integrativa nazionale, che del ruolo delle RSU nella contrattazione di scuola”.
La Flc ribadisce anche che “le materie oggetto di contrattazione integrativa sia nazionale che di scuola, non invadono le competenze né dell’Amministrazione centrale, né del DS per quanto riguarda le singole scuole” e aggiunge che “la contrattazione non interviene nelle misure inerenti la gestione delle risorse umane e finanziarie, né sulla direzione e l’organizzazione degli uffici”.
In realtà la questione appare un po’ più complessa dal momento che non sono solamente alcuni dirigenti della Funzione Pubblica a ritenere che le materie contestate (assegnazione del personale ai plessi e alle classi, in particolare) non siano soggette a contrattazione ma rientrino invece nella autonomo potere di organizzazione del dirigente scolastico: quest’anno non pochi Giudici del lavoro di tutta Italia hanno interpretato le disposizioni del decreto 150/09 in modo difforme rispetto ai sindacati del comparto scuola. Va anche detto che ci sono stati anche casi di sentenze favorevoli ai sindacati, ma la prossima entrata in vigore del decreto interpretativo del decreto 150/09 approvato dal Governo proprio la mattina del 22 luglio dovrebbe chiudere la vicenda una volta per tutte.
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