Fare spazio ai giovani? Una falsa prospettiva, vista l’assenza di un regolamento certo sul sistema di reclutamento compreso l’annunciato concorso ordinario previsto per il prossimo autunno. Ma non solo, dice la Flc, non si riconosce ai già abilitati (salvo qualche deroga per chi avesse iniziato il percorso di laurea nel 1999/00 o di diploma nel 1998/99 e lo avesse concluso entro i termini) che stanno portando vanti la scuola, il loro titolo, costringendoli appunto a un altro concorso come se “gli attuali docenti precari fossero ultrasettantenni, o incompetenti o da rottamare per altri motivi.”
Questo significa che ai “giovani”, ai quali è stata negata la possibilità di abilitarsi con la chiusura delle SSIS e degli altri percorsi formativi, non sarà permesso partecipare. Saranno esclusi perfino coloro che, non abilitati, da anni permettono il funzionamento delle scuole.”
“Non si capisce quale sia il motivo per imporre a chi è già in una graduatoria destinata alle assunzioni di dover sostenere un altro concorso per aspirare agli stessi posti ai quali può già accedere.”
Ma ci sono anche tanti altri motivi che rendono velleitaria l’ipotesi dei concorsi ordinari.
La Flc ne enumera almeno tre:
“Il primo è che si procederebbe senza alcuna certezza sulle reali consistenze degli organici, che potrebbero subire significative modifiche a seguito dell’adozione del regolamento delle classi di concorso e della piena adozione dei nuovi regolamenti della scuola secondaria superiore. Si attenda di avere un quadro certo e una situazione delle graduatorie più chiara dopo aver effettuato le assunzioni previste dal piano triennale e poi si bandiscano i concorsi con numeri attendibili.
Il secondo è che si utilizzerebbero le vecchie procedure concorsuali, non essendo mai stato neppure abbozzato il nuovo regolamento, con quindi concorsi impostati, come nel 1999, per valutare “semplici laureati” mentre ora la partecipazione al concorso è riservata solo a docenti già abilitati e spesso con notevole esperienza.
Il terzo è quello dei costi. In una situazione di ristrettezze e di tagli, che senso avrebbe mettere in piedi una procedura così onerosa per selezionare nuovamente gli stessi aspiranti già selezionati a suo tempo ed attualmente in attesa di assunzione a tempo indeterminato?”
Per risolvere i problemi di reclutamento, sostiene il sindacato, si dovrebbe procedere alle stabilizzazioni attraverso un piano pluriennale di assunzioni su tutti i posti vacanti, mettendo nell’organico di diritto i posti attualmente relegati in organico di fatto, ma che sono ormai stabili da anni: 35.000 di sostegno e circa 10.000 per somma di spezzoni. Si introducano quote di organico funzionale per dare risposta a tutte le reali esigenze della scuola, così fortemente ridimensionata dai tagli del Governo Berlusconi.
Solo così sarà possibile cominciare a ragionare di concorsi fermo restando che occorre garantire lo “svuotamento” delle attuali graduatorie rispettando la attuale ripartizione al 50% o perfino incrementando temporaneamente quella a favore delle graduatorie.
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