La Flc-Cgil rompe gli indugi e si schiera definitivamente contro i test Invalsi.
Fino ad ora il sindacato di Mimmo Pantaleo aveva mantenuto una posizione in qualche modo equidistante: si ai test, ma senza farli diventare strumento di valutazione della qualità dell’insegnamento.
In un documento diramato solo 15 giorni fa Flc, dopo aver ricordato che comunque la rilevazione Invalsi è prevista dalla legge, ribadiva di non essere affatto d’accordo sul facile gioco del “contro le prove senza se e senza ma”.
Il comunicato del 15 giugno sembra quasi una vera e propria rottura con il passato.
Il titolo è duro e ricorda quasi le posizioni dei sindacati di base: “Basta con questi test Invalsi. Bisogna sospenderli e aprire una discussione per definire un efficace sistema di valutazione”.
“Le proteste di studenti, docenti e famiglie contro i test invalsi – sottolinea Pantaleo – impongono una radicale inversione di rotta sulla valutazione. I test sono privi di senso e lontani dalla realtà delle scuole. Minano la libertà d’insegnamento e si configurano come strumento di controllo che diffonde solo ostilità, paure e diffidenza”.
E allora, che si fa?
La proposta del sindacato è netta e chiara: bisogna sospendere le rilevazioni “per un arco di tempo necessario a definire un sistema di valutazione più serio e efficace”.
Secondo la Flc, il limite maggiore delle prove attuali riguarda il fatto che, anziché valorizzare gli aspetti cognitivi e relazionali, sono incentrati su competizione e selezione.
La richiesta politica è forte: si tratta, secondo la Flc-Cgil, di “aprire un confronto serio con i diversi attori sociali riscrivendo il regolamento sulla valutazione”.
Sull’apertura del confronto il Ministro poterebbe anche convenire, ma difficilmente potrà prendere in considerazione l’ipotesi di riscrivere il regolamento sulla valutazione.
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