A far discutere non sono solo le modalità organizzative dei concorsi nella scuola. Anche le altre procedure selettive pubbliche scatenano le proteste degli esclusi, che si confermano in altissimo numero. L’ultimo concorso che ha fatto scoppiare le polemiche è quello dei laureati alla Regione siciliana, con i vincitori che sarebbero stati inseriti tra il personale dei Centri per l’impiego. I numeri, è il caso di dire, sono eloquenti: a fronte di quasi 60 mila candidati, sono risultati idonei solo in 200. Quindi, assai meno dei 537 posti destinati dal bando ai vincitori.
Roberta Alaimo, parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, non ha dubbi: “La preselezione per titoli decisa dalla Regione ha chiuso le porte a tanti giovani qualificati. Alla luce dei risultati, sarebbe stato opportuno far sostenere la prova scritta a tutti i candidati e solo dopo calcolare i punteggi per le graduatorie”.
Secondo la parlamentare grillini, permettendo l’accesso allo scritto “tanti esclusi che avrebbero potuto partecipare e che invece sono stati esclusi a priori, abbiamo il dovere di ricordare che stiamo parlando di una professionalità fondamentale per lo sviluppo dei centri per l’impiego, con fondi stanziati dal Governo Conte nel 2019 per far funzionare a pieno regime il Reddito di cittadinanza e dunque per avviare le politiche attive del lavoro”.
Nel frattempo, non si arrestano le polemiche anche sui concorsi per diventare docente, organizzati con domande a risposta multipla che si stanno rivelando con troppi errori.
A protestare sono ancora una volta i partecipanti al concorso nella scuola secondaria. Soprattutto dopo che qualche giorno fa il ministero dell’istruzione ha inviato agli Usr gli esiti delle verifiche svolte dalla Commissione nazionale sui tanti quesiti segnalati come errati.
Da Viale Trastevere hanno spiegato che nei casi di opzioni di risposta tutte errate, saranno assegnati due punti a tutti i candidati; mentre nel caso di erronea indicazione della risposta corretta, comunque presente tra le opzioni, saranno rideterminati i punteggi con conseguente ridefinizione dell’elenco degli ammessi e non ammessi alla prova successiva.
Secondo l’Anief si potrebbero verificare “casi di candidati che saranno esclusi dal concorso anche nel caso abbiano già svolto la prova orale”: sarebbe “una soluzione inaccettabile”, dice il sindacato che annuncia ricorsi.
Chi si è già rivolto al giudice è il Codacons, che difende in giudizio diversi docenti che non hanno superato gli esami scritti a causa di quelli che l’associazione definisce “errori e ambiguità nei quesiti del concorso”.
“Abbiamo presentato oggi formale diffida al Miur affinché ammetta all’orale tutti i candidati bocciati alle prove scritte del concorso per quelle classi dove si sono registrate irregolarità, indipendentemente dal numero di risposte errate fornite”, scrive il Codacons.
“Questo perché una sola domanda posta in modo ambiguo o ingannevole invalida l’intera prova, costringendo i candidati a fermarsi per capire meglio il quesito, riducendo il tempo da dedicare alle altre domande con ripercussioni evidenti sul risultato finale dell’esame”.
Il Codacons ha anche comunicato la lista delle classi nelle quali si sono registrati errori nelle domande o quesiti posti in modo ambiguo: B019 SICILIA, B003 PUGLIA, A022 LOMBARDIA, A012 LOMBARDIA, A049 LAZIO, A013 PIEMONTE, A011 LAZIO, B012 CAMPANIA, A022 CAMPANIA, A017 LAZIO, A042 EMILIA ROMAGNA, A042 TOSCANA, A042 PUGLIA.
Della vicenda si parlerà anche sui banchi del Parlamento: il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, ha infatti presentato un’interrogazione parlamentare al governo, perchè “una delle 50 domande presenti nella prova scritta del concorso ordinario per gli insegnanti per la classe di concorso A18 filosofia e scienze umane nelle scuole superiori riporta una scorretta interpretazione della teoria dello psicologo e docente universitario Howard Gardner”.
Fratoianni ricorda che “è stato lo stesso accademico statunitense a segnalare personalmente al ministero dell’Istruzione del nostro Paese l’errore, riportando la traccia del quesito e commentando come la domanda non fosse formulata in modo appropriato e nessuna delle alternative proposte fosse corretta. Ed è per questo che il prof. Gardner ha chiesto quindi di ritirare la domanda o di riformularla, ma il ministero finora non ha risposto”.
“Ora vogliamo sapere dal dicastero di Viale Trastevere – continua il segretario politico – quale iniziativa urgente intende assumere per riconoscere immediatamente l’errore di interpretazione contenuto nella domanda presente nella prova scritta del suddetto concorso”.
Anche Fratoianni è convinto che “procedendo ad una rivalutazione delle prove si consentirebbe ai candidati che non hanno superato la prova scritta a causa della domanda ritenuta errata anche dallo stesso autore della teoria, di poter essere reintegrati nel percorso concorsuale senza dover adire alle vie legali”.
“Infine, poichè il ministero dell’istruzione non è nuovo a errori simili e in questi mesi diverse prove svolte per diversi classi di concorso e di ordine di scuola riportavano errori simili, riconosciuti dalle commissioni d’esame solo a fronte di ricorsi legali, sarebbe utile conoscere dal ministro – conclude il vicepresidente della commissione cultura di Montecitorio – quali iniziative intende assumere affinché errori di tal genere non abbiano più a ripetersi”.
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