Il bollettino del 5 gennaio, secondo il portale del Ministero della Salute, segnala 182.442 vaccinati, ad un ritmo ancora non accettabile, come ci ricordano le giuste critiche che il commissario Arcuri ha mosso alle regioni più lente; o le spinose dichiarazioni dell’Assessore al Welfare in Lombardia, Gallera, circa i medici in ferie, affermazione che potrebbe costargli la poltrona.
Insomma, se credevamo che la criticità fosse la velocità con cui fare arrivare i vaccini in Italia, abbiamo ben compreso che ci sbagliavamo. Molto più determinante è la velocità con cui siamo in grado di somministrarli.
Caso emblematico, in negativo, è la Lombardia, come accennavamo in precedenza, e tutto sommato da ieri ha finalmente accelerato il passo e oggi raggiunge la soglia del 12% dei vaccini effettuati (9.821) rispetto a quelli ricevuti in dotazione dalla regione (80.595).
Vincono in efficienza (ma forse efficienza nella grave situazione in cui versa il Paese è un termine troppo generoso) la provincia di Trento, che raggiunge il 67% di vaccini somministrati (3.367) sul totale a disposizione (4.975); la regione Lazio, che arriva al 63 % dei vaccini effettuati (29.217) rispetto a quelli ricevuti in dotazione dalla regione (45.805); ma anche la Toscana fa bene, con il 56% di vaccini effettuati (15.644) a fronte di 27.920 vaccini a disposizione; o il Veneto, che va al 55% di vaccini effettuati (21.626), rispetto ai 38.900 a disposizione.
Restiamo in attesa di una decisa accelerazione.
Per i dati completi del Ministero della Salute, vai al link.
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